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Sulla sanità l'Umbria attacca il governo Berlusconi. Per Maurizio Rosi si penalizzano i più deboli

Il riparto del Fondo Sanitario Nazionale non piace all'Umbria. Per l'assessore Maurizio Rosi si penalizzano le regioni piccole, con servizi di qualità e con una popolazione anziena. Come dire:

Cronaca

di Redazione
L'assessore alla Sanità dell'Umbria Maurizio Rosi contesta l'ipotesi di riparto del Fondo sanitario nazionale presentata dal ministro Sirchia. In particolare l'assessore Rosi punta il dito su quella parte della proposta che prevede di assegnare i fondi per il 70% in base al numero degli abitanti e per il 30% rispetto alla popolazione anziana, al tasso di mortalità e ad altre patologie più diffuse. In questo modo - afferma Rosi - vengono punite quelle regioni che come l'Umbria oltre ad avere i conti a posto ed un servizio sanitario di buona qualità, hanno una rilevante presenza di popolazione anziana cui vanno garantiti elevati standard di servizi sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo".

Secondo il responsabile della sanità umbra se si dovesse applicare il criterio di riparto proposto dal governo si determinerebbe una diminuzione di fondi di oltre 46 milioni di euro in tre anni con conseguenze pesanti sul livello di qualità dei servizi e sulle finanze regionali nel loro complesso.

"La proposta del ministro - spiega Rosi - offre dei contentini formali ad alcune regioni del Sud e colpisce invece pesantemente regioni come la Liguria, il Piemonte, la Toscana, l'Emilia Romagna e l'Umbria. Nasce dal fatto che non si vuol riconoscere l'inadeguatezza del Fondo sanitario nazionale che risulta pesantemente sottostimato e rivela la volontà di non rispettare l'accordo governo-regioni dell'8 agosto 2001 i cui contenuti possono essere invece considerati ancora soddisfacenti".

Pubblicato il: 10/01/2003

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