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La voce del Padrone della Asl

Politica

di Giorgio Santelli

Caro Dr. Denio d'Ingecco. Ho saputo un po' dai colleghi giornalisti ed un po' da chi lavora nella azienda da Lei diretta, che sembrerebbe esserci una circolare che vieta a tutti i dipendenti di intrattenere rapporti con la stampa. Siccome non penso che Lei si riferisse a rapporti di tipo affettivo e poiché sono convinto che anche se così fosse stato non si sarebbe trattato d'una misura preventiva per difendersi da qualche virus particolare, ritengo che Lei abbia la necessità di conoscere una cosa che si chiama articolo 21 della Costituzione italiana.

L'esordio dice: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure".

Una decisione come quella di vietare a tutti tranne che a Lei e ad altri pochi prescelti la possibilità di dire qualcosa ai giornalisti - perché l'ufficio stampa dell'Asl sta solo a Terni, come se ad Orvieto fossimo tutti una massa di analfabeti -, ha il sapore dei tempi passati. Di quei tempi che nessuno vorrebbe veder tornare. Contemporaneamente è anche un'usanza che in alcuni ambienti sembra tornare di moda.

Da qualche tempo, anche in Italia, sembra che alla stampa sia vietato dire cose scomode, spiacevoli rispetto ad un mondo che potrebbe essere fatto in modo diverso da quello che il capo millanta.

Ora Orvieto, l'assicuro, non è composta da donne e uomini che hanno gli occhi bendati. Tanto meno si tratta di gente sorda. Ah, comprendo... Forse per lei è difficile saperlo visto che se ci dovessero essere richieste per visite dall'oculista o dall'otorinolaringoiatra i tempi di attesa sono così lunghi che lei potrebbe avere il quadro clinico territoriale di qualche anno fa.

L'assicurazione, comunque, gliela fornisco io. La gente sa quanto la sanità orvietana è malata. Malata perché ci sono pochi medici, pochi infermieri... insomma, poco personale in genere. Malata perché, come ha sostenuto proprio oggi Gianni Mencarelli, anche sulla salute si deve scendere a patti con la politica, con la lottizzazione, con le raccomandazioni e con cittadini di serie A e B.

Vede d'Ingecco. La sanità Orvietana non è solo fatta di notizie positive e di non notizie. Eppure questo, con i suoi divieti, è ciò che lei sembra voler raggiungere.

Caro d'Ingecco, non chieda ai suoi dipendenti di non parlare, ma semmai tiri su le maniche e faccia in modo che possano parlare tranquillamente con i cittadini di una sanità che funziona e che non sia solo un bel pacco, come quelli che Bonolis scambia la sera su Rai 1. Un bel pacco, si intende, dove le possibilità di vincere al momento sono ridotte al lumicino.

Pubblicato il: 23/03/2004

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