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Ospedale. Navigazione a vista

Gianni Mencarelli evidenzia le notevoli difficoltà operative che determinano le disfunzioni del nosocomio orvietano. E a subire i danni sono evidentemente i pazienti, giunti al culmine della pazienza

Cronaca

di Stefania Tomba

Quattro mesi per una visita oculistica, un mese e mezzo per una ortopedica. Tanto devono pazientare - sarà per questo che si chiamano pazienti - gli utenti dell'ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto.

Le liste d'attesa che attendono i malati si allungano.

Non va meglio, infatti, a chi necessita di una risonanza magnetica. Qui l'attesa arriva ad un mese, un dato ancor più grave se si considera che si tratta di un servizio di recente introduzione, per il quale, dunque, sarebbe legittimo aspettarsi tempi più rapidi. Le terapie fisiatriche slittano ai primi di luglio, mentre per una endoscopia c'è da attendere la fine di maggio.

La stasi preoccupante sul fronte delle assunzioni e delle nomine di figure determinanti per l'assetto dell'azienda si riperquote negativamente sull'efficienza dei servizi e in ultima analisi, dunque, su chi all'ospedale è costretto a rivolgersi.

"Dopo una iniziale fase di grande propulsione e avanzamento nei servizi, dalla fine del 2002 - afferma Gianni Mencarelli, responsabile del Tribunale per i diritti del malato - il Santa Maria della Stella ha spento i motori e sta proseguendo a vela. Così il nuovo ospedale rischia di diventare solo uno "scatolone" privo di contenuti. L'auspicio è quello che si metta presto mano alle assunzioni e venga anche riconsiderato al più presto il problema degli straordinari".

I ritardi che i pazienti subiscono, infatti, sono in parte da ricollegare al deficit di personale. Basti pensare che il reparto di ortopedia lavora con due medici in meno, un solo chirurgo opera nel reparto di oculistica e, scaduto il contratto del podologo, non è stato più rinnovato.

Ma a questo vanno ad aggiungersi anche i tagli allo straordinario che "mortificano le professionalità in servizio", senza contare che "con un minimo di due ore di straordinario sarebbe possibile dimezzare i tempi d'attesa per molti esami. Il tavolo della trattativa sindacale , al quale peraltro sarebbe giusto che avesse la possibilità di essere ascoltato anche chi come noi si occupa della tutela dei diritti del malato, è aperto e, dopo l'ultimo incontro dell'8 di marzo, dovranno arrivare delle risposte concrete per il mese di aprile.

Almeno questo è quello che in molti sperano. Anche se c'è chi sospetta che tutto continuerà a tacere fino a giugno.

"L'ospedale è di tutti - precisa Gianni Mencarelli - e per questo mi auguro che le nomine vengano fatte in ragione di effettive capacità e non sulla base di manovre politiche. Determinate mansioni non possono rappresentare per nessuno una scorciatoia per far carriera".

Pubblicato il: 23/03/2004

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