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Sono impiegati e pensionati a cadere nella rete dell'usura

Questo emerge dalla relazione di Piero Cenci, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura, in occasione della relazione sull'attività 2003

Cronaca

Tra le categorie più a rischio di cadere nella trappola dell' usura ci sono dipendenti e pensionati, stretti dalla crisi economica generale.

È questa la novità che emerge dalla relazione di Piero Cenci, presidente della Fondazione Umbria contro l' usura, sull' attività svolta l' anno scorso dall' organismo, che a Perugia ha tenuto la propria assemblea.

In passato le categorie vittime degli strozzini, ha sottolineato Cenci, erano per lo più commercianti ed artigiani, ma ora si rivolgono sempre più alla Fondazione soggetti a reddito fisso che si indebitano principalmente per acquistare beni a rate, con una richiesta di intervento per importi sempre più rilevanti, oltre i 25 mila euro, limite massimo per l' intervento della Fondazione.

Nei sette anni di attività dell' organismo antiusura sono state presentate 74 richieste di soccorso da parte di vittime, di cui dieci lo scorso anno, nove delle quali sono state accettate, per un esborso complessivo di 244 mila euro. Complessivamente sono state accettate 44 domande, per un importo di oltre 970 mila euro di contributi nell' intero periodo di operatività della Fondazione.

Nel 2003 sono stati 650 i cittadini che si sono rivolti all' organismo, direttamente nel capoluogo umbro o nei punti distribuiti sul territorio (Terni, Spoleto, Orvieto e Gubbio).

Cenci ha considerato "positivo" il fatto che "tre quarti delle vittime onori puntualmente l' impegno di restituzione, con ciò comprovando la riacquistata solvibilità economica".

Il drastico calo delle sofferenze, passato al 27 per cento rispetto al 34,40 dell' anno precedente, è dovuto anche alle modalità di intervento della Fondazione, che "non consegna somme di denaro alle vittime ma le assiste anche per l' epoca successiva alla delibera di intervento, compiendo direttamente i pagamenti". "I tassi praticati dagli usurai - ha detto Cenci - possono arrivare al 100 per cento della somma prestata. Ma ora il meccanismo è cambiato: le vittime impegnano anche appartamenti finché non è stata pagata la somma. Così è più difficile intervenire". Secondo il presidente della Fondazione, il numero delle denunce è ancora modesto a fronte di un sommerso che è "ancora diffusissimo ed assolutamente intollerabile" e spesso chi presente la denuncia "è un soggetto disperato, con una situazione debitoria di decine di migliaia di euro. E quindi irrecuperabile". Tra le attività privilegiate della Fondazione c' è quella del tutoraggio, tanto più che "la legge finanzaria, approvata recentemente, non prevede contributi da parte dello stato in favore dei soggetti a rischio di usura".

Pubblicato il: 15/04/2004

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