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La segreteria regionale dei Ds non si esprime
di Giorgio Santelli

I Ds discutono del riequilibrio regionale ma il problema di Orvieto è come se non esistesse. O meglio, forse è come se fosse già superato. Intanto, fra breve, conferenza stampa dei Ds

Approfondimento

di Giorgio Santelli

Una riunione che si chiude, a quanto si è saputo, con un nulla di fatto. Ma prende piede l'idea che sia proprio la città di Orvieto ad essere sacrificata sull'altare del riequilibrio regionale. Una scelta, se vogliamo, anche piuttosto semplice. Perchè Orvieto, anche per i Ds umbri, è diversa. Non è solo alta e strana. E' anche di sinistra. E' qui che ha vinto il correntone e i Ds di Orvieto sono minoranza in Umbria. Una strategia che, se vogliamo, può portare a sacrificare quanto c'è di più sacrificabile nel contesto regionale. Perchè dar qualche dispiacere agli amici? Meglio punire i nemici. E, come in ogni partito politico, non c'è peggior nemico di quello che milita nella tua stessa famiglia.

Le cose, a livello regionale, non vanno poi così bene come qualcuno vorrebbe. La presidente della giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti, viaggia su una maggioranza ai limiti della sopravvivenza. Lo Statuto Regionale non verrà votato da larghi pezzi della maggioranza. Si assiste al fallimento del suo progetto politico e lei stessa sta assumento le sembianze di un partito che a dimensione regionale ha completamente perso di autorevolezza è ha acquistato solo in termini di autorità. Insieme al progetto della Lorenzetti a fallire sembra essere la linea del partito.

I livelli di decisionismo e di spirito di coalizione non sono mai stati così deboli come oggi. I rapporti politici si sono sostituiti da ricatte e minacce che riecheggiano quotidianamente sui giornali prima ancora che nelle stanze delle segreterie politiche

Ma torniamo ad Orvieto. Che accadrà ora se la notizia di un sindaco d'Orvieto assegnato alla Margherita dalla coalizione superasse l'ufficiosità e divenisse ufficiale?

Intanto si riaprirebbe la questione degli equilibri prettamente locali. I Ds senza sindaco chiederanno certamente una presenza completamente diversa nel territorio. Per esempio: resisteranno le nomine all'interno della Orvieto Spa?

Senza un forte riequilibrio politico, ad Orvieto i Ds, tutti i Ds, sarebbero azzerati politicamente. Dopo 60anni perderebbero di peso politico e si avvierebbe una fase da resa dei conti che - Diocenescampi - farebbe danni a non finire. La divisione interna ai Ds, mai sanata, verrebbe fuori in tutta la sua potenza. I dalemiani locali potrebbero oggi sorridere sotto i baffi per la delegittimazione in atto del gruppo dirigente locale e per la punizione inflitta da Perugia ad Orvieto. Ma sarebbe una gioia funesta. Un po' come il ridere che si manifesta in assenza d'aria. Si ride, si ride veramente a crepapelle, ma poi si schiatta soffocati! Ad Orvieto non ci saranno nè vinti nè vincitori.

Forse, oggi, i Ds locali dovrebbero parlare un'unica voce. Basta liti, basta strategie, basta ammiccamenti. La posta in gioco è l'autonomia e il rispetto di questo territorio. Da questa resa dei conti tutta interna ai Ds, da questo omicidio politico su commissione a morire è la sinistra e la sua gente. Di questo gli elettori non perdoneranno nessuno. I riflettori resteranno accesi su questa vicenda.

Pubblicato il: 10/03/2004

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