Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Commercio, gennaio e febbraio neri

Lo sconto tira sempre meno. Saldi snobbati, soprattutto nel settore dell'abbigliamento e delle calzature. E il bilancio per Orvieto è tutt'altro che positivo

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Un gennaio scuro ed un febbraio ancora più nero per i commercianti orvietani.

Si chiude,dopo una partenza a rilento, la stagione dei saldi invernali sulla Rupe.

Il periodo della grande corsa al prezzo ribassato - che si è aperto ad Orvieto lo scorso 10 gennaio - non ha dato i risultati attesi.

In particolare ai commercianti che proprio con i saldi speravano di risollevare il bilancio non certamente roseo delle vendite invernali e di quelle natalizie.

I primi dati, ovviamente parziali, forniti dalla Confesercenti umbra parlano di una flessione nelle vendite del 5% rispetto al 2003 in tutta la regione.

Per Orvieto le cifre sarebbero tutt'altro che confortanti.

Stando alle prime stime dell'associazione degli esercenti infatti, il calo negli acquisti nella città del Duomo toccherebbe punte del - 20% rispetto allo scorso anno.

"Un bilancio pesante - afferma Sandro Gulino, presidente della Confesercenti umbra - che penalizza i piccoli e medi commercianti orvietani.

Anche quest'anno i saldi sono stati snobbati ma le motivazioni di una campagna sconti che è partita e si è conclusa per così dire "con il freno a mano tirato" sono molteplici.

Per esempio - continua Gulino - l'aumento dei prezzi che penalizza molte famiglie, sempre meno disposte a spendere per non pesare su un bilancio familiare già aggravato e messo a dura prova dalle spese quotidiane.

E poi non bisogna dimenticare - spiega il presidente della Confesercenti umbra - che gran parte degli orvietani per acquistare il prodotto scontato emigrino verso le vicine Perugia e Viterbo, preferendo i grandi centri commerciali ai negozi sicuramente più piccoli, e a confronto meno forniti, che si trovano ad Orvieto".

Un discorso quello di Gulino che evidenzia l'attenzione del consumatore verso la quantità, più che verso la qualità.

"Senza tener conto che la maggior parte delle volte il rapporto qualità prezzo può risultare più vantaggioso in negozi piccoli ma "specializzati" che non negli ipermercati che si moltiplicano a dismisura su tutto il territorio nazionale".

Gli acquisti a prezzo ribassato sono andati male soprattutto in alcuni settori, abbigliamento e calzature in testa.

Oggi è l'ultimo giorno disponibile per vendere sottocosto.

Un Natale poco propizio, Umbria Jazz che ha fatto sorridere e poi il periodo nero degli ultimi mesi.

"Confidiamo nella ripresa di primavera" - dicono in coro i commercianti - nella ripresa turistica e nel cambio di stagione.

Un miglioramento nelle vendite si registra sempre quando si cominciano ad esporre i capi di abbigliamento per l'estate".

Pubblicato il: 09/03/2004

Torna alle notizie...