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Palazzo chiuso

Il Centro congressi non decolla. Quello che avrebbe dovuto costituire il volano del turismo di qualità non produce neppure quanto serve per mantenersi. I numeri del 2003 lo confermano

Politica

Il Palazzo del Capitano del Popolo è un bel centro congressi, tutti lo hanno voluto, tutti hanno pensato che potesse essere un volano eccezionale del turismo orvietano. Il sempre perseguito passaggio da turismo "mordi e fuggi" a turismo qualificato, con presenze di almeno due o tre giorni, doveva passare anche attraverso il centro congressi.
È ovvio, inoltre, che il Palazzo è una ricchezza per la città anche in termini sociali, perché è il luogo deputato alle riunioni, agli incontri, ai dibattiti, alle manifestazioni in genere.
Durante il 2003 ha funzionato per 144 giorni, di cui 93 per privati. In gran parte si tratta di mezze giornate, insignificanti dal punto di vista del movimento turistico. La sala dei Quattrocento ha lavorato soltanto qualche giorno. Il fatturato è di 34.822 euro, con un aumento del 20% sul 2002.
Una lettura spietata dei numeri e dei fruitori del Palazzo ci dice che l'attività langue, che il Palazzo non è entrato in nessun circuito congressuale, che non si possono scambiare "riunioni" pomeridiane con congressi, che l'occupazione della Sala etrusca non può essere assimilata statisticamente a quella della Sala dei Quattrocento ed entrare quindi nei giorni di lavoro.
Il fatturato di 34.822 euro è quello di una bancarella di frutta e verdura. Questo anche perché ben pochi pagano. Tra gratuiti e tariffe al 50% "tirare su" qualche euro è un'impresa. Ma anche se tutte le 144 giornate impegnate fossero state pagate regolarmente, il bilancio sarebbe sì e no raddoppiato. Quanto serve, forse, per pagare il riscaldamento.
Se non c'è affare al Palazzo, non c'è affare neppure nell'indotto, nella città. È questo l'aspetto più preoccupante.
L'affitto del Palazzo potrebbe anche essere gratuito per tutti, l'importante è che si apra seriamente all'attività congressuale, non a convegni e riunioni "mordi e fuggi", che non modificano la nostra clientela turistica.
Sappiamo che è un àmbito difficile, considerata la nostra limitata capacità ricettiva, poca adatta a congressi veri, ma una collocazione sul mercato deve pur essere trovata, dopo anni di tentativi non riusciti.
L'articolo è quale a quello del gennaio 2003, a commento del bilancio 2002.
Sono stati soltanto sostituiti i" numeri", ma la sostanza è rimasta immutata. (D.F.)

Pubblicato il: 08/03/2004

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