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Cala la produzione, cresce il prezzo del vino

Un aumento del 7- 8% utilizzato dai produttori vinicoli dell'Orvietano per compensare le perdite di una stagione fortemente condizionata dal clima, che nel 2003 ha portato a produrre circa diecimila ettolitri di nettare in meno rispetto all'anno precedente. Ne parla Renzo Cotarella(nella foto i fratelli Cotarella, Riccardo e Renzo)

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Cala la produzione, cresce il prezzo del vino.

Un aumento del 7- 8% utilizzato dai produttori vinicoli dell'orvietano per compensare le perdite di una stagione fortemente condizionata dal clima, che nel 2003 ha portato a produrre circa diecimila ettolitri di "nettare" in meno rispetto all'anno precedente.

"Nonostante il lieve aumento, i prezzi del vino di Orvieto sono straordinariamente competitivi, al di sotto del suo effettivo valore - afferma Renzo Cotarella, celebre enologo e direttore generale della prestigiosa casa vinicola dei marchesi Antinori.

Ma è proprio su questa indiscussa qualità che bisogna puntare per conquistare il mercato.

Occorrono precise strategie di marketing - continua Cotarella - che facciano uscire l'"Orvieto" dal momento di stasi che sta attraversando in termini di promozione e visibilità.

Si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo abbassamento dell'immagine dell'Orvieto classico dovuto soprattutto ad alcune scelte commerciali sbagliate e poco qualificanti.

A questo si aggiunge un cambiamento dello stile dei "bianchi" così come del modo di approcciarsi ad essi."

Ma cosa cercano veramente i consumatori del nettare che tanto piaceva agli dei?

Secondo l'enologo "ricercano nel vino una sempre maggiore caratterizzazione. L'Orvieto classico è facile da comprendersi ma non è "caratterizzante".

Il Classico è un vino che in questi anni di crisi è sopravvissuto grazie alla sua qualità - spiega - ma per riconquistare veramente il mercato occorrono migliori strategie di marketing che puntino ad un rinnovamento profondo del suo appeal".

La ricetta di Renzo Cotarella è semplice.

"Puntare sul disciplinare. Una rivoluzione copernicana che consentirà di conferire personalità e riconoscibilità al vino di Orvieto, promuovendone la sua immagine in Italia e nel mondo".

Il tutto senza trascurare la tradizione, perché chi vorrà continuare a fare il vino in maniera tradizionale potrà scegliere di percorrere questa strada.

"Il nuovo disciplinare - continua il direttore della casa vinicola Antinori - garantirà una maggiore elasticità nell'utilizzo dei vitigni. Un'arma in più per i produttori che avranno meno limitazioni rispetto al passato e potranno competere nelle migliori condizioni con il mercato nazionale e internazionale".

Stati Uniti, Canada, Germania, Inghilterra. Continuano ad essere questi i paesi in cui il vino di Orvieto viene esportato e venduto. Ma l'Orvieto non è più pungente come un tempo. Sui mercati internazionali si affacciano, conquistando larghe fette di mercato, paesi che non vantano una tradizione né una cultura vinicola consolidata.

"Australia, Sud America, Canada, soddisfano la logica e il desiderio del consumatore - afferma Cotarella - contrariamente al "vecchio mondo" che appaga la logica del produttore. Si tratta di scelte diverse, di prodotti che hanno una durata e che per questo sono destinati ad andare fuori mercato. Allo storico "Orvieto" questo non accadrà mai, perché si tratta di un vino qualitativamente indiscutibile al di là delle mode e dello scorrere del tempo"


Pubblicato il: 03/03/2004

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