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'Maiorana', il Liceo dell'integrazione

Ogni giorno nelle aule di questa scuola, che conta 624 alunni iscritti, entrano 12 ragazzi stranieri.

Cronaca

di Simona Coccimiglio


Il Liceo scientifico"E. Majorana", punto di partenza per un viaggio tra le diversità di casa nostra. Ogni giorno nelle aule di questa scuola, che conta 624 alunni iscritti, entrano 12 ragazzi stranieri.


3 moldavi. dei quali due hanno 16 anni e l'altro 19, un sedicenne tedesco e un adolescente ecuadoregno di 15 anni, 5 ragazzi albanesi la cui età si aggira tra i 14 e i 17 anni, due sedicenni rispettivamente iraniano e svizzero.


Questi ragazzi hanno scelto di frequentare un Liceo italiano, desiderosi di trovarvi non tanto, o non solo, prospettive di un futuro migliore, quanto la possibilità di vivere un vita normale lontano dalle case in cui sono nati e dai paesi in cui sono cresciuti, costruendo su una identità etnica che non vogliono cancellare ma integrare con quella italiana, propria ai loro compagni.


La scelta di una scuola come punto di partenza per questo viaggio tra le diversità che convivono quotidianamente con noi non è casuale. La scuola costituisce un primo passo su cui costruire l'edificio della convivenza e della tolleranza.


Il Preside del Liceo"Majorana", Raimondo Barbabella, ne è fermamente convinto ed assicura che la sua scuola si muove da tempo in direzione dell'integrazione degli studenti immigrati che lo frequentano.


Qui al Liceo scientifico - ci racconta il preside - attuiamo una serie di corsi di lingua italiana ai quali i ragazzi stranieri iscritti possono accedere.


Tutte le risorse umane di cui disponiamo sono messe a disposizione degli studenti immigrati che trovano nel parlare e nel comprendere la nostra lingua la prima vera difficoltà del vivere in Italia.


Certo le risorse umane sono fondamentali ma purtroppo non sufficienti. La scuola si autofinanzia per promuovere attività integrative di questo tipo e sarebbe necessario che altri mezzi e altri supporti provenissero dalle Istituzioni. Molto si fa, ma certo molto di più si potrebbe fare".


Pubblicato il: 02/03/2004

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