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L'Umbria abusiva

Il CRESME ha collocato l'Umbria tra le Regioni italiane in cui è più presente l'abusivismo edilizio. Ma l'assessore regionale di Bartolo dice 'no'

Cronaca

Il CRESME ha collocato l'Umbria tra le Regioni italiane in cui è più presente l'abusivismo edilizio. Il dato sarebbe stato ricavato dalla discrepanza tra concessioni edilizie e allacci Enel, che risulterebbero più numerosi di quante dovrebbero essere le unità abitative costruite.
L'assessore regionale Federico Di Bartolo contesta questi dati, sia perché non corrisponderebbero alla realtà sia per il metodo con cui sono ricavati
Da un monitoraggio eseguito dagli uffici regionali sulla base delle segnalazioni dei Comuni, il numero degli abusi accertati nel 2003 registra una flessione, seppure lieve, rispetto all'anno precedente. Anche il numero degli abusi non ammissibili a sanatoria, cioè costruzioni in totale difformità dai PRG, dai piani attuativi o dalla concessione rilasciata, precisano gli uffici regionali, si limita a pochissimi casi.
Del resto - afferma Di Bartolo - è noto come la costruzione di intere strutture edilizie, con destinazione residenziale, produttiva o turistica in assenza di autorizzazione o su aree non edificabili, che è fenomeno diffuso in vaste zone del Paese, è pratica sostanzialmente estranea all'Umbria, dove l'abusivismo è 'limitato', di norma, ad opere di carattere pertinenziale, ad aumenti limitati di volumetria o a modifiche contenute rispetto alle autorizzazioni concesse.
Intendiamoci, - afferma Di Bartolo - siamo sempre nel campo della non regolarità; ma un conto è prendere atto della reale entità di questi fenomeni e combatterli, un conto è dipingere l'Umbria come una regione in mano agli abusivi ed alla speculazione edilizia, che è cosa contraria alla verità. La prova degli abusi in Umbria - prosegue Di Bartolo - sarebbe data dal fatto che il numero degli allacci effettuati dall'Enel è superiore rispetto alle concessioni edilizie. Si tratta- a giudizio dell'assessore- di una equazione semplicistica e non fondata poiché in molti casi, specie nelle zone agricole, alla ristrutturazione e al recupero di immobili fa seguito la realizzazione di nuove unità immobiliari, ciascuna delle quali richiede una fornitura di energia elettrica.
Per di più, - afferma ancora l'assessore - la diffusione di questi dati suscita l'interrogativo derivato dal fatto che l'Enel non potrebbe consentire allacci in assenza di titoli abitativi e dubbi, dunque, sulla loro fondatezza e legittimità. C'è infine da tenere conto che - conclude l'assessore - i cantieri attivi per la ricostruzione post terremoto e i tempi delle procedure di autorizzazione delle progettazioni o di adeguamento di tali interventi non consentono, ad oggi, di ottenere dati certi sui titoli abitativi relativi a nuove costruzioni o interventi di recupero".

Pubblicato il: 23/02/2004

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