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ESTERI - Pioggia di missili su Gaza. La risposta di Sharon all'attentato di Tel Aviv

Il numero delle vittime è cambiato nel corso di tutta la notte: ventuno, ventitre, venticinque

Cronaca

di redazione

 Il numero delle vittime è cambiato nel corso di tutta la notte: ventuno, ventitre, venticinque. Il massacro di Tel Aviv dove domenica ad una stazione di un autobus due uomini bomba della Jihad si sono fatti saltare in aria, ha provocato immediatamente una risposta da parte di Israele.

Nella notte una pioggia di missili si è riversata su Gaza città. Elicotteri con la stella di David hanno sparato almeno 14 missili contro diversi obiettivi nella capitale dell'Autorità palestinese nella striscia tra Israele ed Egitto colpendo, tra l'altro, anche due fonderie.

Sembra che lunedì mattina la polizia palestinese abbia arrestato un giornalista della rete televisiva araba al-Jazira, Saheddin Shahin, poche ore dopo ave divulgato un documento in cui le Brigate dei martiri di al-Aqsa (al-Fatah) rivendicavano la paternità del massacro di Tel Aviv.

Il documento in questione era firmato dal dirigente locale delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, Abu Qusai, e precisava che l'attentato era stato compiuto da due militanti di quella organizzazione originari di Nablus. Subito la smentita delle Brigate dei martiri che lunedì mattina hanno fatto sapere che i due palestinesi non appartenevano alla loro organizzazione.

Domenica il massacro di Tel Aviv era stato rivendicato separatamente anche da Hamas e dalla Jhad islamica.

È stato il gabinetto di Ariel Sharon, in una riunione notturna, a decidere il raid aereo. Sospesa anche l'erogazione di corrente. I colpi dell'aviazione si sono riversati sulla popolazione civile nel buio della notte.

Alla riunione straordinaria c'erano oltre a Sharon, il ministro della Difesa, Shaul Mofaz e degli esteri Benjamin Netanyahu. Il gabinetto ristretto ha dunque optato per l'intensificazione della lotta antiterrorismo ma ha respinto la proposta di Netanyahu di deporre il presidente palestinese Yasser Arafat.

Per ora il bilancio del raid notturno è di sette palestinesi feriti. Lo hanno reso noto fonti della sicurezza e ospedaliere palestinesi precisando che unità blindate israeliane sono penetrate ognuna per varie centinaia di metri nel territorio palestinese.

Sembra anche che una di queste unità blindate israeliane sia entrata nel campo profughi di Rafah e abbia fatto esplodere la casa di un attivista del movimento radicale palestinese, ricercato per il suo coinvolgimento in attacchi anti-israeliani.

Una seconda unità, anch'essa composta da una ventina di blindati, è attiva in un altro settore di Rafah. Tali operazioni sono comunque all'ordine del giorno nella striscia di gaza. Non sembrano dunque essere legate all'attentato a Tel Aviv.

Israele ha raso al suolo oltre 110 case in Cisgiordania e nella striscia di Gaza a partire dall'agosto 2002 affermando che tali azioni hanno un effetto «di dissuasione» contro il «terrorismo». Le organizzazioni per la difesa dei diritti dell'uomo denunciano tale politica, che considerano come una «sanzione collettiva».

Pubblicato il: 06/01/2003

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