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Csm al collasso

Tre medici per 690 pazienti. E gli utenti che si rivolgono al Centro cittadino di salute mentale aumentano esponenzialmente di anno in anno. Solo nel 2003 si è registrato un incremento nell'utenza del 20%.

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Tre medici per 690 pazienti. Il Csm di Orvieto è al collasso.

E gli utenti che si rivolgono al Centro cittadino di salute mentale aumentano esponenzialmente di anno in anno. Solo nel 2003 si è registrato un incremento nell'utenza al Csm del 20%.

Tre psichiatri sono veramente pochi per far fronte ad una situazione che diventa ogni giorno più drammatica.

È dal 1980 che il Csm si avvale del lavoro di tre medici - afferma Giuseppe Cantarini, responsabile della struttura sanitaria. Nonostante le tante promesse nulla da allora è cambiato. Le nostre aspettative vengono puntualmente deluse dai vertici della sanità, locale e provinciale. Gli amministratori, dal canto loro, fanno orecchio da mercante alle nostre richieste. Questo costituisce un rischio di non poco conto per l'attività dei 20 operatori che lavorano quotidianamente al Csm. Il pericolo che le frustrazioni sul lavoro prendano il sopravvento, sconvolgendoli, su coloro che quotidianamente assistono pazienti con gravi infermità mentali è reale e incombente sul Centro di salute mentale di Orvieto".

I numeri del resto parlano chiaro. Tre psichiatri, due psicologi, 15 tra tecnici ed infermieri per 690 pazienti, di cui 377 manifestano evidenti disturbi affettivi. Il 39% delle persone che si rivolgono al Csm, ascrivibili ad una fascia di età compresa tra i 20 e i 70 anni, soffre di depressioni più o meno croniche. 3350 visite domiciliari, che si sono quadruplicate in soli 5 anni, effettuate dal Csm nel 2003.

L'organico medico e paramedico della struttura è insufficiente"per far fronte ad un fenomeno - continua lo psichiatra - che ha un'incidenza su Orvieto e sul suo comprensorio del 15%. Un dato che emerge con preoccupante rilevanza e che deve farci riflettere".

A pochi giorni dal furto consumato al Csm e dall'arresto del giovane orvietano che ha messo a segno il colpo, Cantarini lamenta la mancanza di una sede adeguata che ospiti il suo centro.

Quella in cui ci troviamo attualmente è piccola e incapace di garantire la privacy dei nostri pazienti. La convivenza col Sert - la cui sede si trova al piano superiore all'interno dello stesso palazzo in via Bonaventura Cerretti - è dannosa e non utile, come qualcuno, in alto, continua a pensare. Gli utenti del Servizio per le tossicodipendenze soffrono di ben altre patologie rispetto a quelle che siamo chiamati a curare, e spesso rischiano di mettere in pericolo la sicurezza non solo dei nostri pazienti ma anche della nostra struttura. Il furto della scorsa settimana dovrebbe dirla lunga in questo senso".

Pubblicato il: 21/02/2004

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