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Caccia migratoria, situazione drammatica nelle campagne orvietane

La stagione venatoria nelle campagne orvietane si è conclusa lo scorso 31 dicembre e per i tutti i cacciatori della zona è arrivata l'ora dei bilanci.

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Ottima la caccia al cinghiale. Pessimi risultati per la caccia migratoria.

La stagione venatoria nelle campagne orvietane si è conclusa lo scorso 31 dicembre e per i tutti i cacciatori della zona è arrivata l'ora dei bilanci.

Il numero dei cinghiali uccisi nel corso della stagione appena conclusa è elevatissimo - afferma un esperto orvietano di arte venatoria-. Ben pochi tordi merli e fringuelli si sono invece visti da queste parti. La situazione è drammatica. Senza contare il numero degli uccelli che muoiono a causa di un uso spregiudicato e criminale dei diserbanti. Non si contano i volatili che noi cacciatori abbiamo raccolto a margine di terreni coltivati".

Se è pur vero che i cacciatori orvietani non sono stati ripagati dalla presenza di volatili nelle zone che hanno battuto, è altrettanto vero che una presenza notevole di cinghiali si è registrata e si continua a registrare nelle campagne orvietane. Una presenza di certo non gradita agli agricoltori locali, pronti a denunciare una situazione che li penalizza in modo evidente, soprattutto dal punto di vista dei raccolti ipotecati dalla furia dei violenti ungulati.

Le strada da percorrere - afferma Giulio Gallinella, presidente della sezione Bagni - Ciconia della Federcaccia - è quella del contenimento, utile ad evitare che questi animali si riproducano in modo spropositato. L'amministrazione provinciale sta effettuando dei prelievi nelle zone di ripopolamento e cattura proprio per contenere, nei limiti più accettabile possibile, la riproduzione dei cinghiali".

Oltre che di andamento della stagione e di prede conquistate, parlare di caccia porta inevitabilmente ad affrontare i fenomeni tragici e quanto mai attuali nelle nostre zone, del bracconaggio e degli incidenti mortali durante le battute. Episodi drammatici si sono verificati nel corso del 2003 e benché i cacciatori facciano fronte comune per difendersi dalle accuse di chi li vuole, direttamente o indirettamente, colpevoli di simili atti criminali, il problema esiste ed emerge con preoccupante rilevanza."Il bracconaggio uccide tutto - afferma Gallinella. Anche noi cacciatori insieme alla nostra categoria. L'allarme è alto anche per quanto ci riguarda, e forte si alza il nostro appello alle autorità locali e provinciali affinché intensifichino al massimo i controlli".

Pochi mesi fa un colpo partito per errore trasformò una battuta di caccia al cinghiale in un vero e proprio dramma. Un cacciatore di trentasette anni perse la vita centrato per errore da un colpo di fucile sparato da un compagno appartenente alla medesima squadra, che forse, insieme alla sua sfortunata vittima, non aveva rispettato il posto assegnato dal loro caposquadra." Si tratta di incidenti, dovuti all'imprudenza o alla fatalità. Usare, secondo le norme, delle giacche catarifrangenti - conclude Gallinella - servirà ad evitare che episodi così drammatici si ripetano".

Pubblicato il: 19/02/2004

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