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Minori impiegati in nero, allarme sulla Rupe

Maxi controllo del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Orvieto, in collaborazione con i carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Terni, mirato alla prevenzione dello sfruttamento del lavoro minorile nella città del Duomo.

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Maxi controllo del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Orvieto, in collaborazione con i carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Terni, mirato alla prevenzione dello sfruttamento del lavoro minorile nella città del Duomo.

Passati al setaccio dai militari, alla ricerca di minori impiegati fuori legge, 9 bar, 7 ristoranti, 12 cantieri edili, 2 officine, 3 negozi di abbigliamento fra centro storico, quartieri alle pendici della Rupe e comuni del comprensorio.

L'operazione - scattata alle prime luci dell'alba di ieri mattina e conclusasi alle 15 del pomeriggio - ha portato ad identificare ben 45 persone, tra proprietari di negozi, di imprese ed impiegati alle loro dipendenze.

L'allarme sociale sul fronte dello sfruttamento di manodopera minorile e clandestina ad Orvieto e nei comuni del comprensorio è alto, così come l'attenzione delle forze dell'ordine impegnate nella prevenzione e nella repressione di fenomeni di questo tipo.

Il dato emerge con preoccupante rilevanza ed evidenzia un fenomeno dello sfruttamento minorile in crescita - dovuto ad una dispersione scolastica sempre più frequente nelle scuole cittadine - insieme a quello del lavoro in nero e dello sfruttamento della manodopera clandestina.

Qualche tempo fa i carabinieri di Fabro effettuarono un blitz in un casolare nelle campagne dell'Alto orvietano, dove quattro uomini macedoni e due ragazze di trent'anni di origine polacca vivevano in condizioni disumane, costretti ad alloggiare in un ambiente angusto per il quale pagavano un affitto altissimo. Gli uomini lavoravano per un salario esiguo alle dipendenze del loro proprietario di casa, un 65 enne di Monteleone a capo di un'azienda forestale. Le donne, anch'esse clandestine, erano invece costrette a non uscire mai di casa e probabilmente a prostituirsi. L'imprenditore fu denunciato per assunzione di manodopera clandestina dal momento che tutti gli extracomunitari a cui dava alloggio erano privi del permesso di soggiorno.

Questo ed altri episodi alla ribalta delle cronache locali dimostrano che un vasto sottobosco di sfruttamento di manodopera, probabilmente ricco di forti connotazioni malavitose, viva nascosto e parallelo alla apparentemente tranquilla realtà lavorativa di Orvieto.

Pubblicato il: 19/02/2004

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