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Carovita ed evasione fiscale, la Finanza indaga

L'azione di monitoraggio della Guardia di Finanza, scattata nello scorso dicembre,ha portato a scovare gli esercenti più furbi che nel corso del 2003 hanno effettuato aumenti dei prezzi ingiustificati.

Cronaca

di Simona Coccimiglio


Ristoranti, pescherie, negozi ortofrutticoli.

Partono da qui i controlli della Guardia di Finanza sul carovita degli orvietani.

Prezzi moltiplicati e rincari del cento, duecento, trecento per cento rilevati sulla maggior parte degli articoli commerciali sottoposti a verifica.

Aumenti del 1000 e del 1700 per cento su quattro prodotti alimentari in vendita in alcuni negozi del centro storico.

Rilevanti crescite nei guadagni non dichiarate. Guai in vista per un commerciante ed un ristoratore orvietani, ai danni dei quali si profila l'ipotesi del reato di evasione fiscale.

Dalle verifiche effettuate dai militari risulta infatti che il proprietario di un negozio di frutta e verdura sulla Rupe, il cui reddito la Guardia di Finanza ha sottoposto a regolare controllo, non abbia dichiarato al fisco ben quindicimila degli euro guadagnati nel corso del 2003.

I militari stanno portando avanti gli stessi controlli fiscali anche sul reddito del proprietario di un ristorante del centro storico.

Il ristoratore non avrebbe dichiarato le considerevoli cifre entrate nelle sue casse grazie ai rincari operati nel proprio esercizio.

Orvieto è la prima città umbra in cui la Guardia di Finanza ha effettuato un'operazione "carovita", con l'obiettivo di ridimensionare alcuni commercianti meno onesti di altri, che approfittando del passaggio dalla lira all'euro hanno imposto prezzi maggiorati ai propri clienti.

L'azione di monitoraggio della Guardia di Finanza, scattata nello scorso dicembre, ha portato a scovare gli esercenti più furbi che nel corso del 2003 hanno effettuato aumenti dei prezzi ingiustificati.

Aumenti che hanno stremato le famiglie orvietane riducendo pesantemente la loro capacità di acquisto.

Pubblicato il: 17/02/2004

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