Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Giovani e teatro. Avanti c'è posto

Al teatro, specialmente ai grandi spettacoli portati in scena da famose compagnie manca una parte importante: i giovani. Una mancanza che si sente con un pensiero al futuro

Cultura

di Valeria Cioccolo
Con il prossimo appuntamento di Migrazioni d'Inverno (La gente vuole ridere" di Salemme) si concluderanno i 2/3 della stagione teatrale del Mancinelli 2003/2004.
Le proposte di quest'anno sono state particolarmente ricercate e variegate, adatte a tutti i gusti, dal teatro sperimentale, d'avanguardia e innovativo di Migrazioni d'Autunno, al grande teatro d'autore, con classici autorevoli portati in scena da compagnie e attori di fama indiscussa e grandissima esperienza. L'ultima parte vedrà protagonista il teatro comico, che si dividerà tra il palcoscenico del Mancinelli e la sala del Carmine.
Tutto bene, ma qualcosa manca.
A guardare bene ci si accorge che manca una fascia di pubblico, quello dei giovani. Magari li vediamo zippati sui palchi e al loggione per Brignano, ma è un peccato notare che ad applaudire un Ferruccio Soleri o un Glauco Mauri manchino le loro mani.
Certo il biglietto di entrata può scoraggiare quanti stanno ancora studiando o che"lavoricchiano" e che quindi tendono a scegliere una serata più"economica" (?) in discoteca. Il costo del biglietto non è colpa di chi gestisce la stagione teatrale, che sicuramente ha costi altissimi, ma che sa anche offrire spettacoli, al Carmine, che hanno prezzi accessibili. E allora?
Allora forse qui il problema non è economico, o non solo. È di sensibilità. C'è bisogno di sensibilizzare alla cultura, ai valori, alla poesia di cui il palcoscenico con le sue verità è portatore. Il teatro non è uno scrigno chiuso di cui pochi hanno la chiave. È un patrimonio, vivo, che i giovani avrebbero il dovere e il diritto di apprezzare e conoscere.

Ma non basta avere coscienza della difficoltà se non si tenta di rimuoverla e se, quindi, non si investe in"agevolazioni, per consentire ai giovani di accedere agli spettacoli, considerati come momento formativo oltre che ludico.

La comunità ha il dovere di garantire la qualità delle stagioni teatrali partecipando agli oneri che questo comporta, ma anche che tutti possano accedere con una spesa possibile all'offerta culturale che ne consegue.

Pubblicato il: 13/02/2004

Torna alle notizie...