Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Uranio impoverito.
I familiari chiedono giustizia

È morto l'ex caporalmaggiore Valery Melis. Altre famiglie, come quella dell'orvietano Stefano Melone aspettano risposte, chiarezza, la semplice verità.

Cronaca

di Stefano Corradino

È morto a Cagliari l'ex caporalmaggiore Valery Melis. Melis, 26 anni, era da giorni in coma irreversibile per la leucemia. Aveva partecipato a missioni di pace il Albania, in Macedonia e poi in Kosovo. Secondo i familiari, proprio in Kosovo il caporalmaggiore si sarebbe ammalato, per avere inalato polveri radiattive. Si parla di proiettili all'uranio impoverito.
Il suo, purtroppo, non è un caso isolato. Sono molte le famiglie che si stanno battendo per avere giustizia e chiarezza, ma al loro appello le risposte sono state quantomeno inadeguate. Risibili. Sia da parte dello Stato, che delle alte istituzioni militari.
La famiglia del maresciallo Stefano Melone, sottoufficiale in congedo, di Orvieto, morto l'8 novembre 2001 in un ospedale di Milano per le conseguenze di un tumore di origine conseguente a esposizione a sostanze tossiche, aspetta ancora risposte.
Attendono ancora la pensione privilegiata ed hanno una causa in corso con il Ministero della Difesa per avere il riconoscimento del danno biologico, una battaglia legale che lo stesso maresciallo Melone aveva iniziato nell'ottobre 2000.
Le dichiarazioni e le assicurazioni del ministro Martino non sono pertanto sufficienti. Il ministro avrebbe potuto rassicurare i familiari in attesa della verità rispondendo alle numerose interrogazioni parlamentari presentate. Sul caso Melone giacciono pressocché inascoltate in Parlamento le interrogazioni presentate da esponenti di maggioranza e di opposizione. Michele Cossa (Forza Italia), Luigi Malabarba (Rifondazione Comunista), Katia Bellillo (Comunisti Italiani), l'interrogazione congiunta di Giuseppe Giulietti (Democratici di Sinistra) e Domenico Benedetti Valentini (Alleanza Nazionale).

"Noi componenti della famiglia - afferma Paola Melone, moglie del maresciallo - discriminati e beffati dallo Stato non staremo a guardare. E mi rivolgo a tutti coloro che hanno perso un loro caro, un militare, in queste circostanze, a causa di questo uranio impoverito che le istituzioni non vogliono ammettere sia il responsabile di queste"strane" morti di militari impiegati all'estero. Per i nostri morti al servizio dello Stato che non possono parlare e quindi non possono accusare, abbiamo noi familiari il dovere di farlo".

Pubblicato il: 06/02/2004

Torna alle notizie...