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La Padella di Orvieto. Ancora senza fognature

Cinquanta famiglie smaltiscono i reflui in un impianto a dispersione vecchio ormai di cinquant'anni. L'idea di fondo è che il Comune solleciti il Sii sulla questione

ORVIETO - Da anni, se non da decenni, sono presi in giro da amministrazioni comunali di destra e di sinistra. Al Servizio idrico integrato, referente effettivo della questione, lamentano di non aver mai trovato un interlocutore. Ed è così che cinquanta famiglie in località La Padella di Orvieto si ritrovano ancora nel 2012 senza le fognature. Smaltiscono i reflui in un impianto a dispersione vecchio ormai di cinquant'anni. E chissà che, con la saturazione, le acque nere non siano già andate ad inquinare fossi e corsi d'acqua, a due passi dai più grandi abitati di Ciconia e Orvieto scalo. Eppure, di trovare una soluzione per i residenti di questa zona sembra non importi proprio a nessuno. Tranne alle famiglie direttamente interessate, ovviamente, che si sentono "abbondate ma non certo arrendevoli", come afferma Mario Rosati, loro rappresentante. L'ultima lettera spedita in Comune dai residenti risale al dicembre scorso. L'assessore Zazzaretta ha fatto appena in tempo a prendere in mano la pratica che si è dimesso. E ora? Di nuovo tutto fermo. Come sempre. Tra lettere inevase e richieste di incontri a cui nessuno risponde. Di soluzioni negli anni ne sono state vagliate, più o meno costose. Ma, tranne qualche sopralluogo e la visita di un tecnico comunale, i residenti non hanno mai potuto prendere visione concretamente di un progetto. "Un ex assessore era solito venire ed agitare fogli in aria, dicendo che il progetto c'era. Ma cosa ci fosse in quei fogli noi non l'abbiamo mai saputo - spiega Rosati - Siamo anche disposti a compartecipare alle spese - aggiunge - quindi vorremo capire cosa impedisce agli enti preposti di darci la dignità di cittadini e affrontare il problema che da anni sottoponiamo alla loro attenzione". L'idea di fondo è che il Comune solleciti il Sii sulla questione. Qualora poi la società consortile non dovesse provvedere, l'amministrazione, come ultima ratio, potrebbe sostituirsi al Sii inserendo nel prossimo piano dei lavori pubblici le risorse per risolvere la questione e facendo poi rivalsa sugli enti di competenza. C'è d'altro canto, come detto, anche la disponibilità degli abitanti dipartecipare alle spese. Le soluzioni? Dopo il costoso impianto di adduzione studiato negli anni scorsi, oggi si parla di un possibile impianto di fitodepurazione. Ma ancora una volta, per adesso, sono solo parole

Pubblicato il: 31/03/2012

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