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Galanello. Dal presidio di Mmanifatture un contributo di sensibilizzazione sul tema 'lavoro'

"Ho voluto ringraziare le lavoratrici che con la loro lotta hanno anche contribuito a ricreare nella città e nel territorio un clima più generale di sensibilità e di mobilitazione sul tema del lavoro"

di Fausto Galanello

Il primo appuntamento, dopo un breve periodo di convalescenza, è stato  nella mattinata odierna un incontro con le maestranze della Mmanifatture  presso il presidio aziendale alla zona industriale di Fontanelle di  Bardano. E' stata una occasione non solo per una più diretta  testimonianza di solidarietà e di vicinanza alle lavoratrici ma anche per  ribadire la presenza  della Regione su questa vertenza che ha visto nei  giorni scorsi l'impegno diretto dell'Assessore Regionale Riommi con la  convocazione del tavolo con le parti sociali.
Ciò che ho voluto comunque sottolineare nel corso dell'incontro è il  quadro più generale di crisi locale, regionale e nazionale in cui si  inserisce questa ennesima crisi aziendale nell'area orvietana e, nello  specifico, le particolari caratteristiche delle decennali difficoltà in  cui si dibatte il settore del tessile-abbigliamento in questo territorio.
Sul primo aspetto, come ho già avuto modo di dire nell'ultimo Consiglio regionale con una mia interrogazione sul tema, è evidente che  l'Orvietano, come altre aree dell'Umbria, vive una crisi profonda del  proprio sistema produttivo; una crisi che segna  ormai il tramonto di un sistema produttivo  "industriale" mai decollato, eccessivamente parcellizzato su taluni settori importanti, come quello della meccanica avanzata e dell'elettronica, e troppo dipendente dalle risorse e dalle politiche pubbliche, come quello dell'edilizia. Nello specifico del tessile-abbigliamento è ormai evidente, dopo un trentennio di esperienze e di crisi (Lebole, Lanerossi, Mabro, MCO, Grinta, Sphera, Mmanifatture, ma anche di tante altre piccole aziende del settore chiuse negli anni) che non ci sono più le condizioni di sopravvivenza di attività fasoniste, anche di qualità, che non possono assolutamente reggere con la concorrenza dell'est europeo o della Cina. Un contesto in cui non si possono ancora inseguire progetti industriali che si reggono su incentivi
pubblici o sul costo ridotto, per qualche anno, della mano d'opera assunta dalla mobilità.
E' quindi evidente che occorre un cambiamento radicale di strategia e di impegno del pubblico, ma anche delle forze economiche e sociali, per una nuova idea dello sviluppo locale nel settore industriale-manifatturiero.
Le ipotesi intorno a cui si sta lavorando per portare a soluzione la crisi del tessile, puntano proprio ad incentivare aziende con progetti industriali chiari e credibili in un quadro di sistema regionale del settore. Infine, oltre a garantire la prosecuzione dell'impegno in Consiglio regionale su questa vertenza, ho voluto ringraziare le lavoratrici che con la loro lotta hanno anche contribuito a ricreare nella città e nel territorio un clima più generale di sensibilità e di mobilitazione sul tema del lavoro.

Pubblicato il: 23/03/2012

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