Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

La Candelora. Chi se ne ricorda?

Il 2 febbraio ricorre la festa della Candelora. Si benedicono le candele che vengono poi portate nelle case. La festa segna in un certo qual modo la fine dell'inverno... o per lo meno così vuole la tradizione

Cultura

di Valeria Cioccolo

Ricorre la festa della Candelora. Forse non tutti se ne ricordano, ma le nonne la mattina del 2 febbraio sbirciano fuori della finestra e sussurrano ai nipotini:"Oggi è la Candelora, de l'inverno semo fora! Ma se poive o tira vento, dell'inverno semo drentro! Je risponde 'na vecchiaccia - sarà inverno fino a Pasqua!". Insomma, eccoci a ricordare uno dei giorni dell'anno legati ad una tradizione, ad un detto, ad una festa. Fiabe e verità, che nascondono un non so che di vero, quasi solide radici che ci portiamo nel sangue. Con la Candelora si commemora il rito di purificazione che la Vergine Maria seguì dopo aver dato alla luce Gesù Cristo, in conformità con la legge mosaica. Nel Levitico è infatti prescritto che ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, sarebbe stata considerata impura per sette giorni, e che per altri trentatré non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto. La commemorazione del rituale di purificazione, effettuato da Maria Vergine, passò a Roma, e, già dal VIII secolo d.C., la festa aveva raggiunto una solennità imponente. A Roma, nel Medioevo, si compiva una lunghissima processione che partiva da Sant'Adriano e attraversava i fori di Nerva e di Traiano, attraverso il colle Esquilino, per raggiungere infine la basilica di Santa Maria Maggiore. In tempi più recenti, la processione si accorciò, svolgendosi intorno alla Basilica di San Pietro. In quell'occasione, all'interno della Basilica, sull'altare venivano poste delle candele, con un fiocco di seta rosso e argento, e con lo stemma papale. Erano scelte tre di queste e la più piccola era consegnata al Papa, mentre le altre due andavano al diacono e al suddiacono ufficiali. Una volta benedetti i ceri, il Papa consegnava la sua candela al cameriere segreto, insieme con il paramano di seta bianca, che gli era servito per proteggersi le mani dalla cera calda, e passava alla benedizione dei ceri.

La festa della Candelora resta legata ai ceri benedertti. Questi ceri vengono custoditi nelle case e si ritiene tengano lontani gli influssi maligni. In alcuni paesi costieri si riteneva che i ceri benedetti la Candelora servissero a ritrovare gli annegati. Gettati nell'acqua si sarebbero fermati dove si trovava il corpo dell'annegato. La Candelora è anche legata ad alcune feste di origine agreste. In molti Paesi europei, infatti, si cucinano piatti specifici, che vengono offerti alla natura o alle fate, come in Francia.

Anche ad Orvieto nella chiesetta della Madonna della Cava il vescovo Mons. Giovanni Scanavino ha infatti  benedetto le candele come da tradizione.

Pubblicato il: 02/02/2004

Torna alle notizie...