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Il disagio delle donne cresce

Le donne si sobbarcano  doppio e triplo lavoro a nero, e , oggi più di ieri, sono la base del nostro "welfare", le esclusive e gratuite addette ai bisogni di cura di giovani e anziani

di L'Albero di Antonia

Orvieto, Centro Italia.

Due fatti di cronaca occupano per breve tempo i giornali locali: una donna viene ritrovata morta nel fiume, un'altra si presenta  in un ufficio comunale con una tanica di benzina e un fiammifero.

Donne. Donne che compiono gesti estremi, e ,a ben vedere, non è un caso! In questo momento di recessione e tagli all' assistenza pubblica, il peso della crisi è declinato al femminile, le donne , in maggiore percentuale, subiscono licenziamenti e lavoro sottopagato, si sobbarcano  doppio e triplo lavoro a nero,e , oggi più di ieri, sono la base del nostro "welfare", le esclusive e gratuite addette ai bisogni di cura di giovani e anziani.

Una donna  con figli , che ad esempio, si voglia separare dal partner, generalmente spinta dalla paura o dall'esasperazione, meno spesso per  piena consapevolezza, lascia la casa familiare e con i figli si ritrova a non sapere dove andare. Se non ha lavoro o lo ha perso e se ci sono figli minori, diventa un caso da servizi sociali: i figli non possono essere lasciati incustoditi o in situazioni di non sicurezza ,vengono quindi tutelati in strutture ad hoc. A questo punto la donna che voleva ricominciare una nuova vita, ha perso tutto e le soluzioni dei suoi problemi di sopravvivenza sembrano insormontabili.

Il disagio delle donne cresce. E non è l'inevitabile conseguenza della crisi economica, in ogni momento difficile si fanno delle scelte e queste sono scelte politiche. E la scelta è ancora una volta rendere più impossibile  la vita a chi già ce l'ha precaria .

Pubblicato il: 15/03/2012

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