Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Alfano ad Orvieto: 'lealtà al governo, ma non a scatola chiusa'

Una strategia intorno a cui fa quadrato tutto lo stato maggiore pidiellino che prova a fare di Orvieto l'occasione per avviare quella fase di "rinnovamento" del partito

foto di copertina

(ANSA) - ORVIETO - Un partito con la "schiena dritta" che non è disposto ad "ammainare la sua bandiera". Dopo il forfait dato mercoledì con la decisione di disertare il vertice a palazzo Chigi, Angelino Alfano davanti ai quadri del Pdl riuniti alla scuola di formazione del partito ribadisce la linea stabilita con il Cavaliere: lealtà al governo, ma non a scatola chiusa.

Una strategia intorno a cui fa quadrato tutto lo stato maggiore pidiellino che prova a fare di Orvieto l'occasione per avviare quella fase di "rinnovamento" del partito. Primo obiettivo rendere il Pdl sempre meno legato all'immagine di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, che difficilmente sarà presente sabato per la giornata conclusiva dei lavori, è il convitato di pietra di tutta la giornata. Tutti gli oratori lo citano negli interventi, segretario compreso, che fa sapere ai presenti, in un inciso del suo intervento, di aver sentito Berlusconi prima di prendere parte ai lavori. Un modo per far capire che gli argomenti del suo intervento portano l'inprinting dell'ex capo del governo. I toni sono gli stessi usati ieri per motivare a Mario Monti la decisione di disertare il conclave con Bersani e Casini:

 "Ieri - mette in chiaro - eravamo stati chiamati ad una surreale rappresentazione della realtà, ad un vertice in cui non si parlava del popolo ma del 'palazzò". Parole indirizzate all'esecutivo "chiamato a governare per risolvere i problemi economici" ma anche agli altri azionisti dell'attuale maggioranza: "Non ci faremo dettare l'agenda dei prossimi mesi - dice - da Pd e Udc". Nessuna disponibilità dunque a sedersi intorno al tavolo a parlare della governance della Rai "Se vorranno parlare del mettere le mani sul Servizio pubblico noi manifesteremo il nostro pieno disinteresse". Nessun veto a discutere di temi come la giustizia, anzi. La proposta lanciata dall'ex Guardasigilli a Pd e Udc è quella di partecipare "ad una grande sessione della giustizia per parlare a viso aperto di ddl anticorruzione, ma anche di processo breve e intercettazioni". Il discorso vira poi alle questioni interne, una su tutte: le elezioni amministrative. La strategia è chiara: nessuna preoccupazione per un voto che "si tiene in un tempo sospeso" e per un partito "che ha pagato il prezzo più alto". E' alle elezioni del 2013 che guarda Alfano affidandosi all'ottimismo, cavallo di battaglia di Berlusconi: "Sono speranzoso che alla sfida decisiva gli italiani voteranno per noi perchè non vedo leadership più credibili e programmi più confacenti".

Un partito, è l'opinione comune dei dirigenti pidiellini, che deve mutare fisionomia ed è proprio il tempo messo a disposizione dal governo tecnico quello che, a detta di tutti, bisogna 'sfruttarè per costruire l'ossatura. E' anche l'opinione degli ex An come Ignazio La Russa che si affida al vocabolario nautico per spiegare la condizione in cui è il partito: "Prima il vento che ci soffiava sempre alle spalle si chiamava Berlusconi ed era una condizione a favore e noi non eravamo abituati a condizioni difficili". Diverso, spiega il coordinatore del Pdl, "è quando il vento ti viene in faccia e frena il tuo cammino: ecco perchè ci vuole una struttura, il merito e non la cooptazione". Ma a reclamare un partito che esca dall'ombra del Cavaliere sono anche azzurri della prima ora come Fabrizio Cicchitto: "C'è da costruire un partito avendo la lucidità su cosa dobbiamo fare: siamo vissuti finora trainati da un grande carisma", spiega il capogruppo del Pdl che ammette: "oggi questo carisma c'è, ma è attenuato e dobbiamo compensarlo con la costruzione di un partito degno di questo nome".

Pubblicato il: 09/03/2012

Torna alle notizie...