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Tragica fine nel Paglia di un'orvietana di 45 anni

Single, senza un impiego e alle prese da anni con problemi di depressione, la donna - secondo l'ipotesi al momento più accreditata - si sarebbe tolta la vita, abbandonandosi alle acque del fiume. Disposta l'autopsia

foto di copertina

ORVIETO - E' avvolta nel mistero la tragica fine di una donna di 45 anni, il cui corpo è stato restituito ieri mattina dal fiume Paglia, in un tratto a poche centinaia di metri dal quartiere de La Svolta. Single, senza un impiego e alle prese da anni con problemi di depressione, la donna - secondo l'ipotesi al momento più accreditata - si sarebbe tolta la vita, abbandonandosi alle acque del fiume, forse dopo aver assunto tranquillanti. Da casa, ovvero dall'abitazione di Ciconia che divideva con i genitori, era sparita dal giorno prima. Era uscita a metà mattinata, come faceva normalmente. Solo che, poi, non era tornata per tutto il giorno e neanche la sera a dormire.

E' stato così che i genitori, ieri mattina, in preda all'ansia, ne hanno denunciato la scomparsa. Ed è stato proprio uno zio, ieri attorno alle 13, a fare la tragica scoperta. Era andato a cercarla laggiù, in quell'ansa del fiume, non a caso. La famiglia, nelle vicinanze, ha un appezzamento di terra e dunque quella sponda del Paglia, utilizzata nelle ore serali dalle coppiette per appartarsi in auto, era un ambiente familiare per la quarantacinquenne. Il cadavere della donna era visibile, riverso su una sponda del fiume in un punto in cui l'acqua non è più profonda di sessanta - settanta centimetri. Ad una decina di metri, il giubbotto bianco della quarantacinquenne lasciato, sull'argine insieme alle ciabatte in gomma.

Secondo le prime ricostruzioni della polizia, la donna avrebbe raggiunto il fiume e, lasciate le sue cose, si sarebbe gettata nell'acqua gelida, mettendo fine così a tutte le sue sofferenze. Sarà, comunque, l'anatomopatologo che effettuerà l'autopsia a stabilire le cause del decesso: malore, annegamento o altro. In ogni caso, sul corpo della donna, recuperatodai vigili del fuoco, il medico legale che ha effettuato la ricognizione cadaverica non avrebbe trovato segni di violenza e sarebbero abbastanza chiare anche le tracce dell'ingresso in acqua. Tutti motivi per cui è ragionevole parlare di suicidio. Intervenuta sul posto, a coordinare le attività della polizia, il pubblico ministero Chiara Capezzuto, non si è però sbilanciata nell'attesa di avere in mano tutti i riscontri del caso: "E' prematura ogni ipotesi - ha dichiarato il pm in riferimento alle circostanze della morte della donna- dobbiamo effettuare i dovuti accertamenti".

Pubblicato il: 08/03/2012

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