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Tante voci in difesa del tribunale di Orvieto

La soluzione individuata è una modifica delle circoscrizioni per ampliare il bacino di Orvieto dagli attuali 51mila abitanti ai fatidici 250mila abitanti. E' nota la proposta di ampliamento verso il Tuderte, il vicino Viterbese e l'Amerino

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ORVIETO - Non è cancellando i piccoli tribunali efficienti che si tagliano gli sprechi o si riforma la giustizia. Da Orvieto ieri si è levata la voce unanime da parte di ordine forense, magistrati, istituzioni ad ogni livello e forze dell'ordine in difesa del tribunale locale che rischia di essere cancellato con un tratto di penna dalla legge delega di riforma delle circoscrizioni giudiziarie. All'appuntamento ha preso parte, oltre ad una nutrita platea composta prevalentemente di avvocati (ad Orvieto l'ordine ne conta circa 140), anche l'avvocato Roberto Pierobon, della giunta dell'Organismo unitario dell'avvocatura nazionale, intervenuto in luogo del presidente Maurizio De Tilla, impossibilitato all'ultimo momento.

L'incontro, introdotto dal sindaco della città Toni Concina, si è tradotto in una difesa ad oltranza del mantenimento della sede giudiziaria di Orvieto, pur nella consapevolezza - espressa anche dal presidente stesso del tribunale, Edoardo Cofano (prossimo al trasferimento) che il Governo non andrà molto per il sottile.

 Diverse e tutte più che legittime le ragioni di questo impegno contro la soppressione del tribunale di Orvieto. La prima è che la cancellazione dei tribunali minori non rappresenterebbe un effettivo risparmio per le casse dello Stato, così come risolverebbe i problemi di cui soffre oggi la giustizia in Italia. Dalla soppressione dei tribunali minori, secondo i dati dell'Istituto centrale di statistica riferiti dal presidente dell'ordine Sergio Finetti, deriverebbero economie per 25-30 milioni di euro a fronte di iniziali stime attorno agli 80 milioni, scese poi progressivamente. Il tutto a fronte di una manovra, quale è stata la Finanziaria bis, di 60 miliardi di euro. Poca cosa, quindi, per le casse dello Stato. Senza contare che la cancellazione, pura e semplice, andrebbe a gravare i carichi di altri tribunali già oberati, nello specifico Terni, traducendosi in un vero e proprio boomerang per il sistema giustizia nel suo complesso. Intendendo per giustizia, un servizio da rendere al cittadino in maniera efficiente.

A questo proposito il presidente Eldorado Cofano ha snocciolato gli indici del tribunale di Orvieto che collocano la macchina di giustizia della Rupe al top nell'ambito del distretto. I dati per la verità andrebbero confrontati anche con il numero di procedimenti pendenti. In ogni caso, un processo penale monocratico ad Orvieto dura 301 giorni contro i 334 giorni di Terni e i 357 di Spoleto, un processo penale collegiale dura invece 365 giorni contro i 503 di Terni i 786 di Spoleto e i 929 giorni di Perugia. L'indice di ricambio, ovvero il rapporto tra processi intervenuti e definiti, ad Orvieto è di 0,81, laddove il riferimento è 1. Se dunque non ha senso cancellare piccoli tribunali efficienti per andare ad intasare uffici giudiziari giù al collasso, la soluzione individuata è una modifica delle circoscrizioni per ampliare il bacino di Orvieto dagli attuali 51mila abitanti ai fatidici 250mila abitanti. E' nota la proposta di ampliamento verso il Tuderte, il vicino Viterbese e l'Amerino avanzata in queste settimane dall'ordine forense di Orvieto. Una proposta sostenuta a livello istituzionale e politico ma che non si sa ancora se troverà spazio di accoglimento o meno.

Pubblicato il: 04/03/2012

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