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Gladio rossa. Gli orvietani erano efficientissimi

Ermini fa nome e cognomi dei dirigenti orvietani del PCI che schedavano le forze dell'ordine. Ovviamente con le iniziali soltanto, ma suggerisce le fonti per chi vuole saperene di più. E sarà nuova polemica

Politica

Il capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Orvieto, Fausto Ermini, che nei giorni scorsi aveva scatenato una vivace polemica, in cui erano intervenuti anche l'assessore di Orvieto Maurizio Negri e l'assessore di Monteleone Danilo Buconi, entra nei particolari della documentazione presente al Ministero degli Interni, in cui si testimonia la schedatura di carabinieri e poliziotti da parte dei comunisti orvietani. Erano gli anni Cinquanta, ma Ermini fa risalire a quell'eredità ideologica e comportamentale il rifiuto di riconoscere con una stele i caduti di Nasserya, espresso dalla maggioranza di estrazione comunista in Consiglio comunale ad Orvieto.
Così scrive Ermini, in linea con la battaglia anticomunista del leader azzurro Silvio Berlusconi.

"Parlare di"Sinistra e Forze Armate" può sollevare un vespaio.
Soprattutto se la Sinistra di oggi rifiuta di commemorare i militari caduti per la pace in Iraq.
Quando la Sinistra di ieri preparava la forca per gli stessi militari schedando anche i familiari.
Si può essere d'accordo con il simpatico ed equilibrato Assessore di Orvieto (Negri n.d.r.) quando afferma che tanto tempo è passato.
Disaccordo completo invece con l'Assessore di Monteleone (Buconi n.d.r.) se tenta maldestramente di disconoscere la storia locale e soprattutto nazionale.
Una storia ben documentata dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi, presieduta dal Sen. Pellegrino (DS).
Resa pubblica nel 2001 riportando per esteso, per correttezza, solo i nomi dei politici di primo piano.
Lasciando tutti i nomi, in forma integrale per chi abbia morbosa curiosità, nel testo depositato in Commissione.
2. Per restare nell'alto orvietano, poco importa sapere pertanto dove oggi passeggi con i propri nipotini F.R. di... e di..., nato a Fabro (tr) il...1925, operaio, ex partigiano, residente a...(doc. 15 rel.).
Ci auguriamo sia vivo e goda serenamente la sua meritata pensione.
Negli anni '50 comandava però una formazione armata clandestina denominata squadra"F...", in seno alla 92° Brigata.
La squadra comandata dal collega G.D. avrebbe dovuto"assalire la caserma Carabinieri...sede di Comando Compagnia e Stazione..."
Quella comandata da B.O...."occupare la caserma della Guardia di Finanza..., provvedendo al disarmo dei militari".
Quella comandata da S.G. doveva..."assalire le carceri... per liberare i detenuti e fare con loro causa comune..."
Pressochè ovunque ogni comandante di squadra doveva munire i propri dipendenti"...di una piccola accetta che dovrà servire come arma, per il primo scontro con le forze di Polizia". In dotazione anche"...bottiglie con liquido infiammabile...per incendiare le autoblinde..."(doc.4).
L'ordine generale era quello di"togliere prima le pistole...poi dare l'assalto alle caserme dei Carabinieri, della Polizia, dell'Esercito. La Direzione...avrebbe diramato una circolare in tal senso a tutte le sezioni del partito(doc.56).
Per fronteggiare con efficacia tali eventi, le organizzazioni periferiche ricevettero l'ordine di raccogliere ogni possibile notizia su"autorità civili, militari, religiose, P.S.-carabinieri, avversari politici. Le federazioni di Bologna-Viterbo-Terni vengono citate come esempi di capillare efficacia organizzativa (doc.145).
La sezione di Orvieto addirittura,...in una riunione segretissima dei maggiori esponenti comunisti del circondario, sotto la presidenza del Senatore..." arriva alla schedatura perfino dei familiari e delle abitudini personali dei Comandanti dei Carabinieri e Funzionari P.S.
Nel prestampato distribuito viene richiesto, tra l'altro,"esplicito parere del segretario della sezione...in ordine ad eventuali provvedimenti da prendere nei confronti...del comandante o funzionario..."(doc.144).
Fortunatamente a Orvieto come altrove questi propositi sanguinari e sovversivi non vennero messi in atto.
La scelta occidentale permise quell'affermazione democratica che ancora oggi consente a tutti noi di parlare o dissentire liberamente.
3. Molto si è detto.
Ma si potrebbe dire molto di più volendo visionare i circa 2/3 della documentazione ancora esistente presso il Ministero dell'Interno.
La Commissione Pellegrino si è fermata ad un terzo.
Il carteggio è probabilmente ripetitivo nei contenuti e ormai utile solo a livello storico.
La storia diventa però cronaca politica nel momento in cui un singolare comportamento di oggi fa pensare inevitabilmente al singolare contesto di ieri.
Storicamente singolare ieri un contesto locale, per i motivi citati.
Politicamente singolare oggi un comportamento locale, per la scelta di non commemorare i militari caduti per la pace in Iraq.
E' inevitabile pertanto guardare indietro in circoscritte aree geografiche o di pensiero.
Dove palpabile è quel comprensibile orgoglio delle radici che può rendere più difficile vivere la necessaria evoluzione che fa guardare avanti.
In presenza soprattutto di movimenti con una storia significativa e importante.
Al di là ovviamente di visioni politiche anche totalmente differenti.
Indignarsi di fronte ai dati della storia non serve in ogni caso al confronto democratico e all'utilità collettiva."

Pubblicato il: 27/01/2004

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