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Radio call non licenzia. In esame altra cassa integrazione

Resta appeso ad un filo il futuro delle dieci dipendenti orvietane. In Sicilia, intanto, i 97 operatori protestano

ORVIETO - Ore decisive per la cassa integrazione delle dipendenti Radio Call service. Dopo il dietrofront della società messinese che aveva annunciato i licenziamenti, in questi giorni è fissato l'esame congiunto per arrivare ad una proroga degli ammortizzatori sociali fino a giugno.

Il futuro delle ormai dieci dipendenti del call center resta, comunque, appeso ad un filo. Non confortano, infatti, le notizie che giungono dalla Sicilia. La scorsa settimana i 94 lavoratori di Radio Call Service, con sede a Gliaca di Piratino, nel Messinese, hanno manifestato con un sit davanti al palazzo del Governo, sede della Prefettura. Non vedono lo stipendio dal mese di maggio. Anzi, in realtà, dopo il Natale, senza né stipendio né tredicesima, una mensilità è stata versata. L'arretrato resta comunque pesante e si allunga perchè il tempo passa.

La crisi Radio call - la società si occupa di call center sanitari per servizi di Cup - secondo quanto ha più volte spiegato l'azienda e quanto ribadiscono anche i sindacati, sarebbe legata ai ritardi dei pagamenti da parte delle committenze. Ovvero da parte delle Asl. Ad oggi le Asl committenti ed inadempienti nei pagamenti sarebbero l'Azienda sanitaria provinciale di Messina, l'Azienda ospedaliera ospedali riuniti Papardo e Piemonte. Mentre, l'Azienda sanitaria provinciale di Catania e l'azienda ospedaliero universitaria Vittorio Emanuele di Catania avrebbero provveduto a saldare le fatture in arretrato.

 

Pubblicato il: 15/02/2012

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