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Fallimento Itelco. Tre anni e mezzo ciascuno per i sindaci, Fernando Fabrizi e Luigi Rossetti, otto mesi per il direttore amministrativo, Enrico Mecarelli

Si è concluso così ieri mattina di fronte al collegio penale del tribunale di Orvieto il procedimento per bancarotta fraudolenta a carico degli amministratori dell'Itelco, l'azienda orvietana, fallita nel 2004

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ORVIETO - Tre anni e mezzo ciascuno per i sindaci, Fernando Fabrizi e Luigi Rossetti, otto mesi per il direttore amministrativo, Enrico Mecarelli. Si è concluso così ieri mattina di fronte al collegio penale del tribunale di Orvieto il procedimento per bancarotta fraudolenta a carico degli amministratori dell'Itelco, l'azienda orvietana, fallita nel 2004 e leader fin dagli anni Sessanta nel broadcasting radiotelevisivo mondiale. 

I sindaci sono stati condannati per la bancarotta fraudolenta ed esposizione di passività inesistente mentre sono stati assolti dal capo d'imputazione della bancarotta preferenziale. Il direttore amministrativo è stato giudicato colpevole di fronte all'accusa di ricorso abusivo al credito con dissimulato dissesto. Assolto per non aver commesso il fatto, invece, un quarto imputato, Ettore Polini che era finito sul registro degli indagati e poi alla sbarra in qualità di presidente della Dolp coinvolta a vario titolo nell'inchiesta.

L'accusa ha accettato una distrazione di fondi - soldi quindi sottratti ai creditori per un milione e 119mila euro, tramite il classico gioco delle scatole cinesi, con annesse partite di giro, che avrebbe visto coinvolte Dolp, Itelco e Itelco Usa, l'azienda del gruppo con sede a Miami.

Per la bancarotta fraudolenta Itelco avevano già patteggiato, beneficiando poi dell'indulto, il professor Eugenio Fumi, fondatore di Itelco (due anni), la moglie Rosanna Giorgini e il nipote Alberto Giorgini, responsabile di Itelco Usa (entrambi un anno e otto mesi).

Per gli amministratori della società condannati ieri i legali difensori, Sergio Finetti e Francesco Venturi del foro di Orvieto, Daniela Garbini e Giovanni Baffa del foro di Roma, hanno già anticipato che ricorreranno in Appello.

Pubblicato il: 10/02/2012

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