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Una faccia una razza. Che c'entra Orvieto con la Grecia? ..c'entra .. c'entra

di Massimo Gnagnarini. "All'una e all'altra, però, servono disperatamente nuove classi dirigenti coraggiose, illuminate e anche un po' visionarie che capiscano queste cose e si diano da fare. Si tratta di comprendere e di rovesciare il paradigma secondo cui dipendiamo dagli aiuti"

foto di copertina

Conosco la Grecia da quarant'anni, ci sono andato in vacanza almeno una ventina di volte, e ho visto tutte le trasformazioni di questo paese fino al dramma che si sta consumando in questi ultimi mesi, ovvero il ritorno alla povertà.

In testa alle vendite dei libri, lì, oggi, c'è un romanzo dello scrittore Petros Markaris che si intitola "Peraiosi" (Conclusioni) nel quale c'è un killer che va ad ammazzare gli evasori. Uno ad uno li fa fuori, tutti quelli che, come qui da noi,  denunciano ventimila euro l'anno e possiedono ville, suv, barche e fanno vacanze esotiche.

Nella realtà, invece, ci sono i negozi con le serrande abbassate, i mendicanti infreddoliti, i tagli ulteriori dei salari minimi con l'eliminazione della tredicesima anche nel settore privato e paghe che da 750 euro lordi passano a 550 e c'è pure chi,  la paga,  non la riceve da dieci mesi.

Se noi italiani accettiamo i sacrifici con pazienza e rassegnazione, i greci moltiplicano rabbia e rassegnazione per l'orgoglio nazionale.

Solo un anno fa lo spread Grecia/Germania era persino inferiore a quello attuale tra Italia/Germania e il tenore di vita si manteneva nella media degli altri paesi europei.

Eravamo ancora tutti  avvolti dalla bolla speculativa degli aiuti comunitari pompati da Bruxelles sui mercati domestici per sostenere l'export tedesco e nessuno si curava più di tanto dei conti truccati, del disavanzo, dei debiti e appariva ancora normale un tenore di vita dato quasi a gratis e legittimato illusoriamente dall'ipocrita concertazione sociale tra governo, cittadini, sindacati, categorie, evasori, corrotti e corruttori.

Non è un caso che la crisi abbia colpito così duramente e ridotto a brandelli proprio la Grecia che è il luogo simbolo dove tutto ebbe inizio, perlomeno di ciò che intendiamo per civiltà occidentale e dunque dell'etica del capitalismo e dei fondamentali delle società liberali.

Saltiamo a piè pari il confronto con l'Italia, fin troppo scontato seppur con le dovute distinzioni demografiche ed economiche, e proviamo, invece, a trarne una lezione o meglio qualche semplice consiglio per la nostra situazione locale.

Che c'entra la Grecia con Orvieto ? .. c'entra .. c'entra . Come racconta nella consueta rubrica settimanale il mio amico Pierluigi Leoni al suo avversario di ping-pong Franco Raimondo Barbabella, la nostra città gode della sua collocazione geografica, dei suoi giacimenti culturali e del suo stile di vita.

Proprio come la Grecia, anzi, diciamocelo, sarebbe tutto il Mediterraneo che sotto questo punto di vista potrebbe fare a meno di quella "scassa cazzi" della Signora Merkel.

Ebbene potrà apparire azzardato, ma è senz'altro possibile che questi punti di forza o se si preferisce questo vantaggio competitivo possa innescare la riscossa e la ripartenza sia per una comunità locale come la nostra, sia per una nazione intera come la Grecia.

All'una e all'altra, però, servono disperatamente nuove classi dirigenti coraggiose, illuminate e anche un po' visionarie che capiscano queste cose e si diano da fare.

Si tratta di comprendere e di rovesciare il paradigma secondo cui dipendiamo dagli aiuti del Nord.

Perugia per Orvieto sta come Bruxelles per la Grecia. Al contrario si dovrebbe considerare l'opportunità di valorizzare ciò di cui disponiamo come vero volano dello sviluppo :

- una città affascinante completamente pedonalizzata;

- i flussi turistici;

- opere strabilianti al posto delle aree dismesse e così via.

Allo stesso tempo dobbiamo :

- smetterla di truccare i bilanci del comune;

- sbarazzarci degli eccessi di una macchina comunale inutilmente grassa e costosa;

- fare tabula rasa di vecchie abitudini, favori e rendite rimaste pietrificate perfino dopo la grande novità dell'elezione a sindaco di un anticomunista come Concina;

- iniziare a parlare forte e chiaro a nome di Orvieto e non, ognuno, per conto di sottocategorie di orvietani.

Se così riusciremo a fare, allora possiamo ambire al riscatto e a divenire una ricchezza, una risorsa per l'Umbria intera e le risorse , poche o tante, destinate a questo territorio saranno considerate un investimento capace di attirarne altri e non , come adesso accade, mere e improduttive misure di sussidiarietà verso le zone considerate più povere.

Per quanto riguarda i greci riflettano anche loro, assieme a noi, su quanto scriveva un loro antenato:

" Chiedevano secchi e rifiutavano vasche." - (Plutarco, de Garrulitate).

Ai greci e agli orvietani a cui non basta la metafora e non conoscessero Plutarco, ma fossero desiderosi di approfondirne il pensiero, consiglio di rivolgersi al mio amico Mario Tiberi che, in materia, è una assoluta autorità.

Pubblicato il: 08/02/2012

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