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Il Comitato spontaneo dei cittadini di San Venanzo non abbassa la guardia sulla difesa dell'autonomia scolastica

Nota del comitato

Riceviamo e pubblichiamo

Dopo il rinvio da parte del Consiglio Regionale nella seduta del 1 febbraio 2012, dell'atto n. 716/bis avente per oggetto "Piano Regionale dell'Offerta Formativa e della Programmazione della Rete Scolastica - Anno 2012/2013" il Comitato spontaneo dei cittadini di San Venanzo non "abbassa la guardia" sulla difesa dell'autonomia scolastica per un anno, tempo necessario per valutare razionalmente altre possibili soluzioni più rispondenti alla nostra territorialità ed alle stesse linee guida fissate dalla Regione.

La non ammissibilità dell'accorpamento dell'Istituto Comprensivo di San Venanzo con la sede di Baschi è stata pronunciata dalla 3° Commissione Permanente Consiliare della Regione Umbria, la quale ha accolto la protesta presentata dal Comitato nell'audizione del 24 Gennaio, con un voto pressoché unanime: sette consiglieri favorevoli e un astenuto.

Ad ispirare questa decisione ha giocato un ruolo determinante sia la petizione sostenuta da ben 700 firme, con la quale veniva chiesto per l'Istituto sanvenanzese fosse mantenuta l'autonomia scolastica per un anno, e per il futuro la naturale integrazione al bacino della Media Valle del Tevere; sia la palese violazione dei criteri previsti dal Piano di Razionalizzazione Regionale messa in atto dalla Provincia di Terni.

Il mancato rispetto del requisito di "affinità territoriale nello sviluppo delle verticalizzazioni", così come richiesto espressamente dal Piano Regionale, fa sì che San Venanzo e Baschi, già separati dal Monte Peglia e dal Lago di Corbara, risultino inaccorpabili proprio per definizione.

Un'intera comunità fatta da genitori, artigiani, commercianti, associazioni di volontariato e comuni cittadini, con la imponente raccolta di firme, ha voluto richiamare la Regione al senso di responsabilità verso una decisione che scongiurasse definitivamente un esodo di iscrizioni scolastiche e di famiglie da un territorio già pesantemente penalizzato dalla perdita di posti di lavoro, conseguente anche alla recente chiusura della Comunità Montana.

A questo punto il Comitato attende il pronunciamento definitivo del Consiglio Regionale del prossimo 7 Febbraio, confidando in un esito scontato, ammonendo però di essere già pronto ad intraprendere la via di un ricorso amministrativo qualora il verdetto della Commissione fosse inopinatamente rimesso in discussione.

Pubblicato il: 05/02/2012

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