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Rupe. Margottini segnala 'fenomeni di dissesto in atto' in più punti

Per l'assessore "Occorre riprendere un'azione incisiva per scongiurare fenomenni di dissesto negli anni futuri"

ORVIETO - Con la ripresa dell'attività dell'Osservatorio Rupe emergono serie problematicità. L'assessore all'Ambiente Claudio Margottini continua a rassicurare sul modesto crollo della settimana scorsa ma ora segnala anche "fenomeni di dissesto in atto" in più punti. Danneggiata anche la strumentazione per il monitoraggio Rupe.  Occorre riprendere un'azione incisiva per scongiurare fenomenni di dissesto negli anni futuri.

Di seguito la dichiarazione integrale dell'assessore all'Ambiente, Claudio Margottini:


"Leggiamo di interpellanze alla Regione Umbria (Cons. Fausto Galanello), interrogazione al Ministro dell'Ambiente (On. Carlo Emanuele Trappolino) a proposito di un crollo verificatesi in corrispondenza della rupe di Orvieto, in data 26 Gennaio 2012. L'amministrazione comunale di Orvieto, tramite i tecnici dell'Osservatorio per la Rupe e l'Assessore all'Ambiente, esperto internazionale di fenomeni franosi, segnala come l'evento sia da ricollegarsi ad un crollo di roccia tenera in facies pozzolanica, relativa ad un blocco limitato da due piccole fratture parietali ed innescato da presumibili fenomeni di termoclastismo (espansione/contrazione volumetrica conseguente ad escursione termica giornaliera). L'area non è interessata da vegetazione e quindi non affetta da mancanza di manutenzione ordinaria. Il volume complessivo del materiale crollato è stimabile intorno al metro cubo.L'altro fenomeno descritto come indizio di degrado della rupe, in località 'Confaloniera', si riferisce invece al crollo di 19 blocchetti del muro periferico della Caserma della Guardia di Finanza, causati dalla crescita della radice di un albero che ha deformato il muretto stesso".

"L'amministrazione comunale è lieta per l'attenzione e la preoccupazione, sul futuro della rupe, segnalata dai molti esponenti della società civile orvietana. E' utile ricordare come Orvieto sia stata ed è ancora un modello internazionale per l'applicazione delle politiche di difesa del suolo, coniugando queste con lo sviluppo del territorio. In particolare, dopo i grandi ed inaspettati fenomeni degli anni '70, sono stati inizialmente realizzati interventi in emergenza, confluiti poi in una più ampia serie di consolidamenti in seguito alle leggi speciali per Todi ed Orvieto. A valle di questi enormi investimenti venne creato l'Osservatorio per il monitoraggio della rupe di Orvieto e del colle di Todi, con il precipuo scopo di controllare e misurare l'evoluzione dei fenomeni franosi dopo gli interventi di consolidamento. Ciò nella consapevolezza che le fenomenologie erano particolarmente complesse, per certi versi non risolvibili definitivamente ma sicuramente controllabili per intervenire preventivamente a monte di qualsiasi disastro. Oggi l'Osservatorio è ancora in funzione, seppur con strumentazione obsoleta quando addirittura non totalmente distrutta.

Insieme all'Osservatorio si promuoveva la necessità di una cultura della manutenzione del territorio, argomento oggi quanto mai attuale: se gli strumenti ci dicono quali sono le frane che si stanno muovendo, un'opportuna ed intelligente manutenzione ne rallenta l'evoluzione ed impedisce che queste possano evolversi parossisticamente.L'amministrazione comunale di Orvieto ha chiesto, in tutti i tavoli possibili, risorse per il mantenimento delle due realtà sopracitate: monitoraggio e manutenzione. Purtroppo né il Governo centrale né quello regionale sono stati in grado di contribuire efficacemente alla risoluzione dei problemi in atto. In particolare, la scarsità di fondi sulla difesa del suolo penalizza oggi principalmente la Regione Umbria (conseguenzialmente le amministrazioni comunali) la quale, dopo aver addirittura istituito l'Alta Scuola per il monitoraggio dei Centri Abitati Instabili, fondata da Regione e Comuni di Orvieto, Todi e Spoleto, non riesce oggi a dare consistenza ad una meritoria e lungimirante intuizione".

"In conclusione, i recenti fenomeni franosi citati dalla stampa sono in realtà minuscole cose se non addirittura altre cose. Ciononostante Orvieto ha invece fenomeni di dissesto in atto, che si muovono ancora e che hanno danneggiato la strumentazione di monitoraggio esistente. Si tratta delle zone classiche del Crocifisso del Tufo, Cannicella, e del perimetro Sud-Orientale. L'amministrazione comunale di Orvieto sta oggi lavorano con rigorosità e competenza per tentare di risolvere tutte le problematiche ancora in sospeso. A tal fine è auspicabile sicuramente ripartire dal documento redatto congiuntamente dalla Regione Umbria e Comuni di Orvieto e Todi, nel 2006 dove, descrivendo le necessità residue per Orvieto e Todi, dopo gli interventi di consolidamento, si prevedevano finanziamenti stimati all'epoca in 26.500.000 €, per ciascuno dei due comuni. Non è sicuramente necessario ottenere la disponibilità di tutte queste risorse in breve tempo ma, con priorità mirate, si potranno sicuramente evitare quei fenomeni di dissesto altrimenti inevitabili nei prossimi anni".

Frattanto, il Comune di Orvieto e l'Alta Scuola della Regione Umbria hanno avviato contatti con i detentori di informazione tecnica ed i decisori politici per ricollocare il problema della stabilità della Rupe nelle opere di manutenzione programmata dei centri abitati instabili.

Pubblicato il: 04/02/2012

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