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Barbabella:'Se si pensa di far intervenire lo Stato solo perché non si è capaci di fare la manutenzione è sbagliato'

L'ex sindaco interviene nel confronto attorno alla ventilata ripresa dell'iter per una nuova legge speciale per la Rupe (si stanno adoperando tanto il sindaco quanto l'onorevole del Pd Trappolino), mettendo in guardia da approcci giudicati quantomeno improbabili

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ORVIETO - "Se si pensa di far intervenire lo Stato solo perché non si è capaci di fare la manutenzione è sbagliato". Franco Raimondo Barbabella, sindaco di Orvieto (1980 - 1989) a cui si deve il finanziamento della prima legge speciale e il cosiddetto "Progetto Orvieto", alza l'asticella del confronto attorno alla ventilata ripresa dell'iter per una nuova legge speciale per la Rupe (si stanno adoperando tanto il sindaco quanto l'onorevole del Pd Trappolino), mettendo in guardia da approcci giudicati quantomeno improbabili.

Su due questioni l'ex sindaco richiama l'attenzione. La prima è che un intervento straordinario dello Stato è giustificato solo se si è in grado di garantire la successiva manutenzione. E la seconda è che l'aspirazione ad una legge speciale è legittima solo in presenza di un progetto complessivo di valorizzazione, proprio come fu all'epoca. "Questa classe dirigente abituata a vivacchiare, con l'unico pensiero fisso delle carriere personali è in grado?" è l'interrogativo - sfida che lancia Barbabella.

"Il problema - afferma l'ex sindaco - è la manutenzione, scarsa o del tutto assente, il problema di sempre che già negli anni Ottanta ha provocato altri crolli, veri, più seri degli attuali. Con due leggi speciali si ottenne il risultato delle stabilizzazioni, la manutenzione poi però è cosa diversa. Va premesso inoltre che la legge speciale - e non sono state molte in Italia - prendeva in considerazione non solo il masso tufaceo, ma un unicum monumentale costituito dalla Rupe e da quello che c'era sopra. Non a caso i soldi della legge speciale sono stati impiegati anche per chiese, edifici. E' una premessa importante, perché se si pensa di far intervenire lo Stato solo perchè non si è capaci di portare avanti la manutenzione, si parte da un principio sbagliato.

E' legittima, dunque, la legge speciale per beni di rilievo globale, ma se non ci si preoccupa della successiva ordinaria manutenzione, l'intervento statale si traduce solo nella denuncia dell'incapacità delle amministrazioni pubbliche. Intendo dire che quando smantelli un Osservatorio è ovvio che ogni 10 anni ha bisogno di un intervento straordinario. Ma è questo il senso di una legge speciale? Un intervento straordinario - ribadisce Barbabella - ha senso ed è giustificato solo se poi ti attrezzi per garantire un sistema di interventi ordinari continuativi".

Ma non solo. "Le leggi speciali per Orvieto ebbero ragioni strategiche e tattiche - rammenta l'ex sindaco - Orvieto non è un sito qualunque, è un patrimonio dell'umanità. Non è un caso se da allora parti l'iter per iscriverlo a patrimonio dell'Unesco, cosa che ancora non è stata portata a termine. La legge speciale per Orvieto conteneva, infatti, un'altra finalità: oltre alla salvaguardia generale, la valorizzazione. Che è stata tradotta nel "Progetto Orvieto".

L'invito esplicito è a rileggere quelle pagine. "Io - osserva Barbabella - ho forti dubbi che questa classe dirigente sia in grado: sono in grado di chiedere un intervento straordinario sì, ma sanno poi organizzare un progetto generale con quell'impostazione? Perché, diversamente, nessuno ti dà i soldi. Non vedo lo sforzo di mettere insieme le forze per tirare fuori idee. E senza questo approccio non si giustifica un intervento dello Stato. Come non si giustifica in assenza delle capacità di gestire l'ordinario. E qui le colpe sono lunghe. E certamente non solo di Concina. Anche prima, in virtù della logica della mera sopravvivenza - conclude Barbabella - non è stato fatto quello che era previsto dopo le leggi speciali".

Pubblicato il: 02/02/2012

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