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Polli. 'Abolizione incostituzionale e populistica, rischio di marginalizzazione per Terni'

Domani il Consiglio provinciale aperto con l'iniziativa "No all'Italia senza le Province"Il presidente sostiene le tesi dell'Upi nazionale e boccia l'eliminazione delle Province. Nessun risparmio, anzi aggravio di costi e meno democrazia. Terni tornerebbe a prima del 1927

"L'eliminazione delle Province è incostituzionale e populistica". Lo ha detto stamattina il presidente della Provincia Feliciano Polli illustrando i temi del Consiglio provinciale aperto di domani (31 gennaio) sull'abolizione delle Province. "La scelta del governo Monti, che pure sta lavorando bene per il paese - ha dichiarato il presidente - non abbatte i costi della pubblica amministrazione, non migliora i servizi e rischia di aumentare le spese. Quest'operazione al contrario finirebbe per indebolire democrazia e partecipazione dei cittadini e farebbe perdere identità a territori e popolazioni che nelle province si identificano. Eliminare le Province significa inoltre determinare un fortissimo accentramento a livello regionale e di capoluogo di regione sia del potere decisionale che della gestione, svuotando in tal modo i territori locali di ruoli e funzioni.
Terni è diventata provincia sull'onda di un grande sviluppo industriale e anche grazie al fatto di essere capoluogo ha continuato a crescere e svilupparsi. Con la riforma Terni non sarebbe più capoluogo provinciale, verrebbe ricacciata all'indietro, a prima del 1927, con effetti che è facile prevedere sia dal punto di vista del peso politico-amministrativo che come punto di riferimento fondamentale del territorio provinciale e di un territorio più vasto che comprende le province a nord di Roma".

"No all'Italia senza le Province" - E' questo il titolo del programma di iniziative predisposto dall'Upi nazionale e da tutte le Province d'Italia per domani, martedì 31 gennaio. Alle iniziative aderisce convintamente la Provincia di Terni organizzando, così come in tutti gli altri enti, un Consiglio provinciale aperto che si terrà alle 9,00 a Palazzo Bazzani. Al Consiglio sono stati invitati, tra gli altri, la presidente della Regione, il presidente del Consiglio regionale, gli assessori e i consiglieri regionali, i parlamentari eletti in Umbria, il presidente del Cal, il presidente dei Piccoli Comuni-Anci, i sindaci del territorio provinciale, il presidente della Camera di Commercio, il pro rettore del Polo scientifico e didattico di Terni, le associazioni di categoria, i dirigenti scolastici, i presidenti degli ordini professionali, il presidente del Coni. La giornata di mobilitazione vuole far comprendere alle comunità il valore demagogico e propagandistico della campagna contro le Province e cosa accadrebbe all'Italia e ai cittadini con la cancellazione delle Province. Il Consiglio sarà quindi un momento di riflessione e dibattito e soprattutto un'occasione per dare sostanza e concretezza all'operazione-verità che l'Upi sta portando avanti attraverso dossier e studi, come quello elaborato dalla Bocconi sui reali costi delle Province, sui servizi resi ai cittadini, sull'utilità e il valore di questa istituzione e sulle falsità rispetto agli inesistenti risparmi che deriverebbero dalla loro abolizione. 

Ricorso alla Corte Costituzionale - La Regione Piemonte (presidente Cota) ha depositato formalmente alla Corte Costituzionale il ricorso contro il decreto Monti nella parte contenente le disposizioni sulla riorganizzazione delle Province sostenendo l'illegittimità costituzionale di tali provvedimenti. Nel ricorso si sostiene la violazione dei commi da 14 a 21 dell'articolo 23 del decreto legge 201/2011 e degli articoli 5,114 e 117 della Costituzione, "anche sotto il profilo - si legge nel ricorso - di violazione del principio di leale collaborazione".

Pubblicato il: 30/01/2012

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