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Nota di Santelli e Bigerna (Idv) sul futuro degli enti di area vasta. Ci vuole una riforma complessiva

Capogruppo e assessore ricordano le iniziative del partito e rendono note le proposte per riformare il sistema dei poteri locali

Giorgio Santelli e Marcello Bigerna, rispettivamente capogruppo e assessore provinciali dell'Idv hanno rilasciato stamattina una nota in vista del Consiglio provinciale aperto del 31 gennaio sul futuro delle Province. "Al termine dell'incontro tra gli eletti e amministratori provinciali di Italia dei Valori ed i vertici nazionali del partito per un confronto sul ruolo e sul futuro delle Province, al quale abbiamo partecipato - affermano Santelli e Bigerna - è stato condiviso e approvato all'unanimità un documento e concordata l'istituzione di una commissione paritetica con rappresentanti dei vari livelli istituzionali (Comuni, Province e Regioni) che collabori con i competenti rappresentanti parlamentari per la messa a punto di una vera riforma degli enti locali. Nel documento - dichiarano i due rappresentanti istituzionali - si rivendica l'azione riformatrice dell'Idv e si ritiene di fondamentale importanza procedere ad una riforma organica degli enti locali. In particolare riteniamo che solo con una riforma razionale, organica e complessiva dello Stato e degli enti Locali si potrà affrontare il tema delle caste, dei costi della politica e degli sprechi, il tutto nell'interesse dei cittadini e del nostro Paese. Non c'è dubbio infatti che uno Stato con le attuali Regioni, le attuali Province, gli attuali Comuni e le migliaia di enti di secondo livello non è il nostro modello di Stato e la proposta di legge popolare presentata dall'Idv va vista come avvio di un complessivo processo di riforma e va considerata un'azione riformatrice fondamentale per la democrazia ed il futuro dell'Italia, e ci permettiamo di dire anche dell'Europa. Rispetto al contenuto della riforma proposta dal governo Monti, riteniamo che la stessa sia insufficiente, che non modifica di fatto l'attuale assetto, ma sottrae alla libera determinazione del corpo elettorale la possibilità di eleggere l'ente intermedio. Occorre quindi, se si vuole seriamente affrontare il tema delle riforme istituzionali, che oltre ai provvedimenti economico-finanziari, il governo presenti al Parlamento un disegno di legge sulla riforma generale del titolo V° della Costituzione (riforma dello Stato e degli Enti locali) e relative leggi attuative. Sarebbe un modo per evitare riforme parziali, peraltro a rischio di incostituzionalità. Detta riforma, conformemente al programma del nostro partito, deve prevedere:
. il dimezzamento dei parlamentari
. il passaggio al sistema monocamerale per quanto riguarda la funzione legislativa e la trasformazione del Senato in Senato delle Regioni
. la riorganizzazione ed il riassetto delle regioni con particolare riferimento a quelle a statuto speciale
. rivedere l'articolazione delle Città Metropolitane valutandone l'estensione anche ad altre realtà.
. Revisione e razionalizzazione delle società partecipate con eliminazione dei consigli di amministrazione delle stesse e la nomina di amministratori unici. Tutto ciò - concludono Santelli e Bigerna - per un vero federalismo che imponga un ripensamento del sistema dei poteri locali e richieda pertanto riforme forti e concrete che non sommino spese centrali a quelle locali, ma che realizzino un federalismo delle responsabilità".

Pubblicato il: 27/01/2012

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