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Il centrosinistra discute di traffico e mobilità ad Orvieto

ORVIETOSI.TV Incontro al Palazzo dei Sette con tecnici ed amministratori. I punti deboli del progetto dell'Amministrazione e le proposte del centrosinistra emersi dal dibattito. Il piano alternativo di Germani, Stoppini e Gialletti

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Tema caldissimo della politica amministrativa di Orvieto è quello della viabilità e della sosta. Il 21 dicembre scorso sarebbe dovuto entrare in vigore il piano redatto dall'Amministrazione, ma è stato stoppato, sembra dall'assessore dimissionario Zazzaretta e poi dal Consiglio comunale del 29 dicembre, "per freddo e stanchezza", come ha detto il sindaco Còncina, o per mancanza di numeri nella maggioranza, come sostiene l'opposizione.
Fatto è che l'argomento è ancora sospeso e il centrosinistra chiede che non sia posto all'ordine del giorno del prossimo consiglio, per permettere partecipazione e condivisione. E' stato questo l'appello di molti degli intervenuti all'incontro promosso lunedì scorso dai partiti di Germani, Stopponi e Gialletti .
Il piano dell'Amministrazione è stato criticato aspramente, sia perché privo di dati oggettivi che gli diano sostanza, sia per le scelte in sé, che comportano un traffico maggiore in contraddizione con le premesse che invece auspicano una maggiore pedonalizzazione. Debolezza indiscutibile, poi, la viabilità intorno a piazza della Repubblica, che caricherebbe di traffico per migliaia di auto via Loggia dei mercanti e piazza Ranieri, le vie di transito dei turisti che parcheggiano a Foro Boario. Scelta, secondo alcuni, influenzata dalla necessità di valorizzare l'immobile comunale ancora invenduto ed occupato oggi dal Bar Centrale.
Gianni Cardinali  ha ricordato che ad oggi l'unica proposta seria è quella di massimi Gnagnarini che invoca la pedonalizzazione di tutto il centro storico e la conseguente valorizzazione del centro commerciale e culturale.
Il centrosinistra ha anche presentato un suo piano del traffico da porre in discussione che alleghiamo.

PIANO PER LA DISCIPLINA DELLA MOBILITA' SUL TERRITORIODEL COMUNE DI ORVIETODOCUMENTO A CURA DEI GRUPPI CONSILIARI

. Partito democratico

. Partito della Rifondazione Comunista

. Partito Socialista

Come gruppi consiliari di centro sinistra abbiamo ritenuto necessario elaborare il presente documento alla luce della proposta di delibera sul "Piano per la disciplina della mobilità sul territorio del comune di Orvieto" presentata dall'attuale maggioranza governativa nel consiglio comunale del 29/12/2011 e non ancora discussa, che ha sollevato grandi perplessità sia per il metodo utilizzato che tanto più per i contenuti.

La situazione attuale di mobilità, soprattutto nel centro storico di Orvieto, ed il collegamento con i "quartieri" fuori la Rupe, è la conseguenza delle differenti fasi di attuazione del nuovo assetto della mobilità (veicolare e pedonale ) progettato fin dagli anni '80 e conosciuto come "Progetto Orvieto " che delineava e coordinava gli obiettivi e gli interventi da effettuare per il futuro della città.

L'urgenza di risolvere il problema del traffico, derivò allora, dal legame diretto che si stabilì con il risanamento della rupe di Orvieto in quanto proprio il traffico veicolare fu individuato come uno degli elementi non secondari del degrado della Rupe.

Lo sviluppo dell'idea di un sistema che volutamente fu definito "alternativo" a quello esistente, comportò la individuazione di obiettivi che si sostanziarono da una parte, nella regolamentazione più rigida e funzionale del traffico, dall'altra nella predisposizione e nella riattivazione di alcune strutture che rivoluzionarono la mobilità all'interno della città.

Gli interventi conseguenti furono così individuati :

1. ripristino della funicolare

2. costruzione di un sistema di risalita dal Campo Boario;

3. ristrutturazione delle aree di parcheggio e individuazione di nuove aree all'interno e

all'esterno del centro storico;

4. ristrutturazione del trasporto pubblico su gomma.

Il progetto esecutivo, che scaturiva dalle su esposte indicazioni prevedeva un sistema completo ed organicamente collegato nelle sue varie parti, da realizzare per step successivi e graduali definiti nelle famose quattro fasi della mobilità alternativa.

Il progetto conteneva al suo interno un metodo, un disegno strategico, una serie di scelte politiche con cui Orvieto era in grado di guardare al futuro e conquistare uno sviluppo qualitativo in un'economia integrata dove le proprie risorse venivano mosse insieme ed insieme messe in gioco.

Il progetto risultò credibile e realizzabile ottenendo sostegno da un vasto schieramento di forze, dall'opinione pubblica nazionale ed internazionale, dal mondo della cultura, dell'arte e della scienza, anche perché puntava alla conquista di una più precisa identità del territorio, nell'ambito dei sistemi regionali in cui è collocato, rivedeva la rete infrastrutturale puntando ad un elevamento dei suoi livelli di ricettività ed al superamento delle tendenze di chiusura fra la città ed il territorio.

Il piano per la disciplina della mobilità proposto dall'attuale maggioranza governativa, non sembra - a nostro parere - collocarsi in continuità con il progetto Orvieto, ma al contrario - nonostante alcune affermazioni contenute nelle premesse - sembra ritornare indietro su molti aspetti, soprattutto quelli legati alla effettiva pedonalizzazione del pianoro, peggiorando nei fatti:

1. la vivibilità oltreché la sicurezza del centro storico ( o almeno di parte di esso) per coloro che vi risiedono o che vi lavorano.

2. Non individua elementi di miglioramento dell'attrattività e dell'accoglienza.

3. Non incide sulla riduzione dell'inquinamento atmosferico.

4. Non incide sulla effettiva riduzione del traffico sulla rupe con conseguente diminuzione della circolazione veicolare.

5. Non affronta il tema del miglioramento dell'efficienza del trasporto pubblico collettivo senza il quale è quantomeno improbabile realizzare un disegno organico che risolva il problema della messa in relazione del pianoro con i quartieri e le zone periferiche.

6. Non lavora sulla crescita del grado di consapevolezza dei cittadini sul tema della sostenibilità e della vivibilità in ambienti urbani.

In questo senso sembra che questa amministrazione, attraverso il piano presentato, intenda disconoscere la validità del progetto Orvieto senza tuttavia presentare un nuovo progetto organico di sviluppo dell'intero territorio di cui il piano del traffico non può che essere una componente consequenziale.

Al di là di questa considerazione di fondo, su cui sarebbe interessante un chiarimento politico da parte della Giunta e del Sindaco, sarebbe soprattutto opportuna l'esplicitazione - finalmente - delle linee di indirizzo per lo sviluppo della città e del territorio entro cui, esclusivamente, si può collocare un piano della disciplina della mobilità.

Infatti, secondo la nostra - e non solo - opinione, il piano sembra più un insieme di provvedimenti fini a sé stessi, che rispondono ad esigenze e spinte interne ed esterne al "palazzo", che non presentano né un carattere di organicità, né sembrano minimamente funzionali ad un nuovo "progetto Orvieto" che - condivisibile o meno - avrebbe comunque il pregio di tracciare un disegno, un obiettivo ed il percorso necessario per raggiungerlo.

Inoltre, proprio perché disomogeneo e finalizzato ad affrontare (tentare di dare soluzioni) al "qui ed ora", il piano presenta problematiche e criticità importanti a partire dal tema della sicurezza stradale che in quasi tutti gli interventi proposti non viene tenuta nella dovuta considerazione, così come non sembra proprio basarsi su alcun dato di rilevazione statistica, che evidentemente nessuno ha ritenuto opportuno effettuare.

I dati ufficiali più recenti, risalgono infatti al lontano 2005 e comunque, neppure questi sembrano essere stati presi in considerazione, altrimenti gli oltre 4.000 ingressi giornalieri da Porta Romana avrebbero dovuto suscitare più di qualche perplessità nell'individuazione della nuova viabilità che crea vari punti critici quando incanala la maggior parte del traffico verso Piazza Ranieri ( uscita della via pedonale che proviene dal parcheggio di ex campo della fiera attraverso le scale mobili), la stretta Via Loggia dei Mercanti, ed il circolo vizioso rappresentato dall'accesso a Piazza Vitozzi e le vie di uscita rappresentate dal Cordone e dalla Cava.

Inoltre la zona di Piazza della Repubblica corrispondente all'inizio del Cordone, diventerà il punto di incrocio degli automezzi provenienti da Via Loggia dei Mercanti, del Bus linea B proveniente da Via Pecorelli, nonché l'uscita dei mezzi autorizzati al transito negli orari di carico e scarico (più quelli autorizzati in deroga) provenienti da Corso Cavour.

Contestualmente, non è facile comprendere da dove possano entrare in Piazza Vitozzi ed in Piazza dell'Erba i mezzi adibiti al carico e scarico merce (normalmente camion di una certa dimensione), per i quali sono state previste apposite aree, prima ancora di portare in approvazione in Consiglio Comunale il Piano in discussione.

Da ultimo, (ma non per importanza) suscita ulteriori forti perplessità l'incanalamento del traffico lungo via C. Manente che, per forza di cose, non può che riportare i mezzi lungo Via A. Cozza per uscire nuovamente su Via Garibaldi all'intersezione con Via Alberici.

Che dire poi del già avvenuto spostamento del capolinea del bus in corrispondenza dello slargo su Via Garibaldi, senza indicare se, quando e come verrà predisposta una adeguata pensilina per i passeggeri in attesa.

Nella parte del Piano di mobilità riferito alla pedonalizzazione di Piazza del Duomo, lascia interdetti l'intenzione di "estendere le finestre" di accesso a Via Maitani al fine di "favorire la pedonalizzazione di Piazza Duomo", (visto che tanto "il divieto è talmente costellato di eccezioni da risultare praticamente inutile")

A noi sembra una contraddizione in termini, a prescindere da una inesattezza contenuta proprio nel documento da cui non si evince che la chiusura al transito in Via Maitani è applicata esclusivamente durante i fine settimana ed i giorni festivi con orari differenziati tra i periodi estivo ed invernale, e pertanto, già oggi, la via è percorribile durante tutto l'arco della giornata per 5 giorni su 7.

Secondo la logica dei provvedimenti proposti, per favorire la pedonalizzazione di Piazza Duomo, occorrerebbe dunque consentire maggiore afflusso anche durante i fine settimana?

Viene invece previsto il posizionamento di un varco elettronico all'ingresso di Via Soliana, dove peraltro esiste già un divieto d'accesso a tutti i veicoli, tranne gli autorizzati.

Infine, (ma solo per evidenziare gli interventi "macroscopici" previsti nel piano), una considerazione va fatta - secondo noi - rispetto alle affermazioni di principio che sono portate a sostegno della proposta di "revisione degli orari di apertura del primo settore Z.T.L." (parte "bassa di Corso Cavour. Si introduce, cioè il concetto che esiste, sul pianoro, una "parte nobile" a forte vocazione di pedonalizzazione (Via Duomo, Corso Cavour fino a Piazza della Repubblica, e fino al Teatro Mancinelli) ed una parte meno nobile, dove tutto sommato tale vocazione non solo non è riconoscibile, né riconosciuta, e pertanto perché non riaprirla al traffico veicolare?

E' davvero come tornare indietro di secoli, alla riproposizione della suddivisione in zona della "mercanzia" e quella del "suburbio", della "campagna" entro le mura, che il "progetto Orvieto" aveva tentato di superare assegnando a tutto il pianoro la dignità di "centro storico" .

Tutto ciò mentre si afferma che proprio la "parte bassa" del Corso Cavour deve rappresentare la "porta del centro storico" con l'abbellimento rappresentato dalle fioriere e l'eliminazione dei posti auto per residenti, spostati in Piazza Cahen, nonché con il progetto di apposizione di pannelli informativi per la completezza e l'accessibilità delle informazioni a disposizione del turismo.

Viene da domandarsi quanti turisti in transito con le proprie vetture lungo quella direttrice troveranno il modo di fermarsi a consultare pannelli e quant'altro verrà messo a loro disposizione?

E soprattutto quanti potenziali clienti delle attività commerciali saranno spinti a fermarsi in divieto di sosta, tanto più in presenza di un intento dichiarato di voler potenziare la vigilanza per ottenerne il rispetto, per usufruire delle rispettive offerte commerciali? O piuttosto accadrà che una volta superata quell'area della città ed entrati finalmente nel "cuore pulsante" del centro storico, sarà proprio lì che il potenziale cliente troverà ed usufruirà dei servizi che cercava?

Una ulteriore nota ci sembra doverosa in relazione all'uso dei "posti auto" per residenti e non, nel centro storico. Ben lontano dall'obiettivo di svuotare progressivamente vie e piazze del centro storico dalle autovetture (oltrechè dal traffico), il piano presentato, prevede tutta una serie di possibilità di utilizzo del suolo pubblico, di cui qualcuno a carattere permanente (parcheggio sotto casa p. es.) in forza dei quali, oltre ai parcheggi insilati di Via Roma ed Ex Campo della Fiera, nonché quello di Piazza della Pace e di Piazza Cahen, tutto il resto della città viene offerto al traffico ed alla sosta più o meno lunga, più o meno residenziale, più o meno funzionale alle necessità dei lavoratori o dei turisti, a patto che paghino!

A prescindere dal tema della legittimità di utilizzo del suolo pubblico da parte di chi ha le risorse finanziarie per poterselo permettere a scapito di chi non potrebbe sostenerne l'onere, anche in questo caso si introducono misure che vanno nella direzione opposta a quella della effettiva pedonalizzazione della maggior parte degli spazi del centro storico, contro una monetizzazione del suolo pubblico.

In tutto questo sembra abbastanza risibile il ricorso a forme di "bike sharing", pur assolutamente condivisibili in linea di principio, ma che in questo contesto sembrano più un esercizio di stile che non un reale strumento di "mobilità alternativa".

Tante sono ancora le obiezioni di merito al piano di mobilità presentato e che andrà presumibilmente in approvazione nel prossimo Consiglio Comunale.

Questo documento, e l'iniziativa pubblica che abbiamo inteso promuovere come gruppi di minoranza presenti in Consiglio, non possono essere esaustivi di una problematica tanto complessa che ha bisogno non solo di una vasta ed approfondita condivisione progettuale e di metodo, ma anche di una coraggiosa presa di coscienza del significato più profondo di vivibilità di un territorio che non può non essere parte integrante di un programma complessivo ed a lungo termine di sviluppo dell'intero territorio cittadino.

Territorio che peraltro - va riaffermato - non si può limitare al pianoro della rupe, ma a tutto il perimetro della città di Orvieto, comprendendo, e non rimandando ad atti successivi ed a tempi indefiniti, la complessa problematicità della Complanare, così come il famoso casello Nord, la variante di Sferracavallo, il potenziamento del trasporto pubblico locale, il tutto collegato al progetto di sviluppo dei comparti strategici (turismo, commercio, artigianato, agricoltura etc.) che si vogliono delineare per la nostra città e l'intero territorio.

Insomma, riteniamo di dover ricominciare una discussione attenta, approfondita, coraggiosa sul futuro della nostra città, sul nostro futuro.

Possiamo iniziare anche da qui.

Orvieto 23.01.2012

 

Pubblicato il: 26/01/2012

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