Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Orvieto. Disoccupazione e ricorso dilagante alla cassa integrazione

Quadro di grande allarme quello tratteggiato ieri pomeriggio in conferenza stampa dalla Cgil. Riunira attorno ad un tavolo organizzazioni sindacali, parti datoriali, istituzioni, ma anche sistema scolastico, banche e Fondazione Cassa di Risaparmio di Orvieto

foto di copertina

ORVIETO - Forte aumento della disoccupazione e ricorso dilagante alla cassa integrazione, non solo per le aziende ma anche per alberghi, bar, studi professionali e commerciali. Ad Orvieto il tessunto ecnomico è oltre la cirisi, oltre gli ammortizzatori sociali. Si va verso le chiusure e la disoccupazione.

E' un quadro di grande allarme quello tratteggiato ieri pomeriggio in conferenza stampa dalla Cgil. Presenti la responsabile della Camera del Lavoro di Orvieto, Maria Rita Paggio, Andrea Farinelli responsabile FILLEA (Federazione Italiana Lavoratori Costruzioni legno Edili e Affini), Renato Formiconi per CGIL-SPI (Sindacato Pensionati Italiani) e Michele Racanella dellaFLAI (Federazione Lavoratori AgroIndustria).

Per il sindacato se ne esce solo con un progetto di rilancio che la Cgil chiama "Lavoro e sviluppo per Orvieto" e che riunisca attorno ad un tavolo organizzazioni sindacali, parti datoriali, istituzioni, ma anche sistema scolastico, banche e Fondazione Cassa di Risaparmio di Orvieto. Questo dopo uno studio, inesistente al momento e quanto mai urgente dopo la scomparsa del bollettino economico comunale, che fornisca dati certi della crisi nell'Orvietano (sul modello del Rapporto economico e sociale dell'Aur).

Assi strategici da valorizzare: il manifatturiero di qualità, la meccanica e le telecomunicazioni, l'agroalimentare e il turismo.

Ma veniamo alle criticità, determinate - a detta del sindacato -non solo dalla riduzione dei consumi o delle commesse, ma anche da crisi di liquidità indotte da una endemica sottocapitalizzazione e dalla difficoltà di accesso al credito. La Cgil punta il dito anche contro il ritardo nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni (in qualche caso si è arrivati anche a due anni).

Ecco, dunque, la mappa della crisi nell'Orvietano. 

Tessile. Sphera dopo il fallimento ha messo in mobilità 65 operaie (mobilità terminata) delle quali circa 25 hanno ripreso a lavorare presso la nuova MManifatture, azienda oggi attiva ma in fase di ristrutturazioni societaria. Dopo il fallimento di Grinta e l'utilizzo di tutti gli ammortizzatori, delle 85 operaie sono rimaste 61 in cassa in deroga. Scadenza fine marzo. Al momento non c'è un progetto concretamente attuabile di ripresa.

Meccanica e telecomunicazioni. Electrosys del gruppo Emicom, a dispetto dei problemi della casa madre, vive una fase di relativa tranquillità. L'indotto è però in sofferenza finanziaria e la commessa Rai per cui lavora l'azienda è in scadenza. All'Eurotrafo di Fabro è aperta la mobilità per 30 dipendenti. C'è preoccupazione per il futuro del sito considerando che il gruppo Trafomec ha aperto la mobilità per il sito di Tavernelle per oltre 90 persone. Altre piccole imprese metalmeccaniche segnalano quotidianamente difficoltà crescenti e massiccio ricorso alla cassa in deroga.

Edilizia. E' crisi nera. Anche il Gruppo Biagioli è andato in crisi. E se da un lato starebbe cercando di risolvere la situazione finanziaria, dall'altro non ha commesse. Le maggiori aziende ricorrono in maniera massiccia alla cassa integrazione. Per il settore, la Cgil tramite il rappresentante di categoria Andrea Farinelli reclama con decisione l'apertura del cantiere della complanare, sul quale "non si può più tergiversare".

Agricoltura. E' l'unico settore che tiene. "Resta tuttavia ferma la prospettiva sempre auspicata di una crescita della filiera agroalimentare di qualità - afferma Michele Raganella della Flai - che faccia permanere sul territorio la parte di ricchezza e occupazione che si produce a valle della produzione".

Pubblicato il: 25/01/2012

Torna alle notizie...