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Raccolta di sangue cordonale al Santa Maria della Stella

La Regione Umbria lo ha autorizzato a dicembre scorso e la struttura orvietana, dopo la formazione di medici ed ostetriche, è pronta a partire.

ORVIETO - Il Santa Maria della Stella di Orvieto attiva un centro per la raccolta di sangue cordonale per uso autologo, con trasporto e conservazione a cura della donatrice. La Regione Umbria lo ha autorizzato a dicembre scorso e la struttura orvietana, dopo la formazione di medici ed ostetriche, è pronta a partire.

Lo farà concretamente proprio in questi giorni, quando è prevista la nascita del primo neonato la cui mamma, sul finire del 2011, ha fatto richiesta in tal senso.

In che consiste? Il sangue residuo del cordone ombelicale, come  noto, costituisce una fonte di cellule staminali che rappresentano una valida terapia contro diverse patologie. La conservazione per uso autologo, ovvero per uso su se stessi, come una sorta di auto-trapianto, rappresenta quindi una specie di assicurazione sulla vita.

In Italia, però, al contrario che in molte nazioni estere, non è possibile conservare le cellule del cordone per uso autologo. O meglio la conservazione per uso "personale", o più precisamente per uso intrafamiliare, è consentita solo nel caso in cui, al momento del parto, siano presenti nel neonato, o in famiglia, delle patologie che abbiano l'indicazione al trapianto con cellule staminali da sangue placentare. In questo caso, si parla di conservazione dedicata ed è sufficiente presentare un certificato medico. Diversamente la conservazione in Italia non è possibile.

E' possibile però "esportare a proprie spese il campione di sangue prelevato dal cordone ombelicale ad uso autologo per la conservazione presso banche operanti all'estero"come spiega il direttore sanitario del Santa Maria della Stella di Orvieto, il dottor Ermete Gallo. Ed è quello che stato autorizzato ad Orvieto: un centro per la raccolta di sangue cordonale per uso autologo con trasporto e conservazione a cura della donatrice.

In pratica le mamme che faranno richiesta "potranno raccogliere il sangue cordonale, "bancarlo" all'estero (la bio banca più vicina è San Marino, ndr) e utilizzarlo tra qualche anno, in caso di bisogno, per il proprio figlio. Medici ed ostetriche - aggiunge il dottor Gallo - sono stati appositamente formati presso il Careggi di Firenze e a giorni al Santa Maria della Stella avremo il primo caso".

La materia come si sa è controversa. Non mancano i dubbi sulla conservazione del cordone ombelicale per uso autologo e ogni giorno il dibattito si arricchisce di nuovi pareri e proposte di legge.

L'Associazione donatori cellule staminali (Adoces), ad esempio, la considera una pratica "molto vantaggiosa per le banche private estere e per le agenzie e società di intermediazione affiliate" come afferma in un recente documento ma una pratica in sostanza "inutile dal momento che ne potrà usufruire solo un bambino su 75-100.000″. Secondo le analisi Adoces infatti "delle circa 60mila unità esportate dall'Italia fino al 2010, e conservate in banche private estere per eventuali futuri trapianti autologhi, nessuna risulta essere stata utilizzata ad oggi (novembre 2011)". Per questo l'associazione sostiene la donazione solidale ritenendola invece "più efficace visto che sono stati possibili, dal 1995 a oggi, 1.035 trapianti con sacche provenienti dall'Italia, di cui 129 solo nel 2010 e 36 nei primi cinque mesi del 2011".

Pubblicato il: 11/01/2012

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