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Patto di stabilità. Per evitare lo sforamento salta fuori l'ipotesi di rinviare il pagamento di alcuni creditori

La seconda uscita nel giro di due anni dal patto interno di stabilità interna bloccherebbe i mutui e taglierebbe i finanziamenti statali, oltre a contenere ulteriormente e fortemente la spesa

ORVIETO - Patto di stabilità, per evitare lo sforamento l'amministrazione comunale rinvierà il pagamento di alcuni creditori. E' una delle ipotesi a cui sta lavorando il governo Concina per scongiurare la seconda uscita nel giro di due anni dal patto interno di stabilità interna che bloccherebbe i mutui e taglierebbe i finanziamenti statali, oltre a contenere ulteriormente e fortemente la spesa. Gli uffici comunali, dal 30 dicembre scorso, giorno in cui - contro le aspettative - non si è chiuso il contratto di cessione della farmacia comunale, sono impegnati in una ricognizione generale di spese ed entrate. Obiettivo: trovare circa 2 milioni di euro per portare in equilibrio il saldo cui è legato il vincolo di stabilità interna. Si tratta di non impegnare soldi in uscita e, d'altro canto, verificare possibili entrate. Da questo punto di vista si starebbe pensando da un lato di non pagare alcuni creditori, dall'altro si stanno cercando disperatamente fondi regionali. Le conseguenze di un nuovo sforamento sarebbero pesanti per la città e per i progetti dell'amministrazione comunale. Tanto per dirne una, con il blocco dei mutui dove si trovano i soldi per l'acquisto dell'ex ospedale? L'esempio è calzante, per quanto il problema, nello specifico, sembra rischi di scivolare in coda alle priorità, visto che la trattativa con la Regione, data in dirittura d'arrivo in più di un'occasione, sembra sia naufragata miseramente. A scoprire le carte è il capogruppo del Pdl Stefano Olimpieri che, per come sono andate le cose, punta decisamente il dito contro il Pd. "Ad un certo punto - denuncia Olimpieri - quando le trattative si stavano per concludere positivamente per entrambe le parti, da Orvieto, e più precisamente da via Pianzola, si è scatenato l'attacco per mandare a carte quarantotto l'accordo che si stava maturando. Capi bastone e loro portaborse, divisi per correnti e per sottocorrenti, hanno fatto il possibile ed anche l'impossibile per impedire l'accordo: di fronte a cotanto livore e rancore, i vertici della Regione hanno fatto marcia indietro ed hanno impedito che si potesse giungere all'accordo definitivo. Aver fatto naufragare l'accordo - dice Olimpieri - dimostra ancora una volta come i capi bastone del Pd locale agiscano esclusivamente per finalità contrarie alla difesa e tutela del bene comune". Il fatto è che i Democratici stanno premendo, a livello locale da opposizione, e ancor più efficacemente a livello regionale in quanto maggioranza, perché il bene dell'ex ospedale venga vincolato ad una finalità pubblica. E' noto, invece, il progetto di Concina di portarvi un destination hotel. Su questo vincolo e su queste presunte azioni di disturbo si sarebbe arenata la trattativa, già complicata.

Pubblicato il: 05/01/2012

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