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Linee strategiche per Orvieto del futuro

Una proposta per Orvieto al centro dell'Orvietano, un ruolo per il centro storico, idee per l'uso dei beni strategici del Comune. Qualcosa su cui poter ragionare di fronte al nulla che è ormai avanzato ed ha occupato ogni spazio

foto di copertina

A destra e a manca non si discute neppure più di abbozzare un progetto in cui inserire le poche azioni amministrative che vengono elaborate. D'altra parte neppure la tormentata modifica del traffico a piazza della Repubblica ha una cornice strategica e il risultato si vede. Si parla tanto di poco, perché c'è poco. Allora ci permettiamo di sottoporre all'attenzione dei lettori un documento che possiede almeno la pretesa di essere un quadro, mutatis mutandis, condivisibile o no. In attesa delle linee amministrative del sindaco e della sua amministrazione.

"Le problematiche legate alla riqualificazione e alla valorizzazione dei centri storici e della loro identità, sono il presupposto per la ricerca di migliore "qualità di vita", e si concretizzano solamente se integrate alla realtà culturale.

Bisogna cioè pensare al territorio come un cantiere/laboratorio, dove integrare testimonianze del passato e innovazione socio economica, è necessario cioè, qualificare l'esistente e porlo in sintonia con le aspettative attuali attraverso la dimensione culturale della salvaguardia.

Bisogna quindi contemporaneamente:

·        fornire maggiori opportunità (economiche e culturali) e servizi per i cittadini;

·        garantire la qualità e la sostenibilità come presupposto irrinunciabile per la conservazione e il futuro dei centri storici stessi.

La valorizzazione dei centri storici deve cioè restituire al costruito e al suo ambiente il ruolo originario di fulcro, di risorsa per l'economia locale, è necessario però far emergere l'identità urbana per favorire le opportunità d'uso contemporaneo. Le trasformazioni innovative di funzioni, devono cioè garantire la coerenza, l'integrità dei valori d'uso tradizionali e gli obiettivi della tutela.

Se investito del ruolo di "polo", il centro storico partecipa dell'identità locale, entra in relazione propositiva con il contesto istituzionale e socio economico sia del sistema città che del territorio.

Da qui l'esigenza d'individuare un modello di sviluppo sul quale far convergere le decisioni, le richieste, i progetti, il dibattito decisionale, la visibilità. Un modello, in grado di superare la frammentarietà delle azioni a vantaggio della programmazione concertata tra città e territorio, capace cioè, di garantire una gestione per sistemi, processi e funzioni.

Per assicurare la salvaguardia del patrimonio storico e trasmetterlo alle future generazioni, bisogna cioè valorizzare un loro uso compatibile in grado però di alimentare il sistema produttivo dell'economia locale, bisogna saper coniugare la visibilità e le potenzialità emergenti, saper tradurre il valore dei luoghi in opportunità.

Organizzare le risorse locali e la loro tipicità e unicità costituisce cioè una valida risposta ai processi di banalizzazione dei luoghi e delle culture e permette di orientare la promozione locale verso il "turismo culturale", quale fattore importante dello sviluppo imprenditoriale ed economico, e presupposto per l'emergere di potenzialità innovative coerenti ed ecosostenibili.

Ciò che si deve perseguire quindi, non può essere solo un "restauro dei valori estetici", la valorizzazione è costituita da una complessità di fattori che si intersecano e si sostanziano "a sistema" secondo regole di mercato e di continuità temporale. La qualità non si ottiene in modo spontaneo, deve essere provocata, occorre cioè un programma strategico dove tutti i soggetti interessati possono riconoscere la prospettiva di sviluppo sostenibile.

La prospettiva quindi, risiede negli obiettivi della promozione complessiva delle risorse, integrata in un sistema culturale e produttivo proiettato alla loro valorizzazione e in grado di sostenerla nel tempo.

Programma per la riqualificazione e la valorizzazione del centro storico

Contenuti

La riqualificazione e la valorizzazione sono subordinate ad un'analisi dettagliata dei contesti territoriali e al rilievo critico delle risorse e delle aspettative locali, allo scopo di impostare una politica di qualità diffusa capace di risolvere i fattori di crisi.

Tre gli aspetti fondamentali:

·        riconoscere, tutelare e promuovere l'identità locale quale bene culturale e potenziale, anche economico, di sviluppo locale (unicità);

·        inserire la gestione delle risorse culturali nelle strategie economiche e metterle a sistema con i principali fattori produttivi e di crescita del territorio;

·        qualificare il rapporto pubblico - privato per sviluppare la qualità della fruizione, le prospettive di valorizzazione compatibile, la partecipazione imprenditoriale e la cooperazione delle istituzioni sovracomunali.

La sinergia tra paesaggio costruito e paesaggio naturale, se espressione di qualità e cultura, esprime la continuità delle trasformazioni dell'identità locale e costituisce un valore, anche economico, per il riferimento alle potenzialità del sistema territorio.

I beni culturali non sono solo patrimonio da proteggere ma potenziali funzioni territoriali; per conservarli occorre che siano fruibili, integrati alla realtà contemporanea, parte del sistema "produttivo" del benessere locale. Puntare sull'eccellenza e l'unicità del paesaggio culturale, per organizzare le potenzialità e le tipicità locali, è la più efficiente proposta di sviluppo competitivo.

Obiettivi

Il programma per la riqualificazione e la valorizzazione del centro storico ha lo scopo di integrare la valorizzazione del patrimonio con la promozione dell'offerta turistica, entro i vincoli della tutela, secondo i seguenti obiettivi:

·        obiettivi principali:

o   elevare la qualità di vita dei residenti;

o   riscoprire e promuovere l'identità locale;

o   diversificare ed ampliare le attuali tipologie di frequentazione turistica;

·        azioni:

o   completare l'organizzazione della mobilità e dei parcheggi;

o   assegnare visibilità a tutti i beni culturali e naturali in un sistema organizzativo unitario (PAAO, Sistema Musei, ecc);

o   potenziare le infrastrutture per l'accoglienza turistica (ex caserma Piave);

o   elevare la dotazione dei servizi per la città e il territorio (ex caserma Piave);

o   definire specifici "progetti urbani" per zone strategiche (Palazzo dei Sette Chiesa di San Rocco, ecc);

o   qualificare la funzione residenziale;

o   valorizzare il commercio, l'artigianato e le attività compatibili con l'immagine e le funzioni complessive della centro storico.

Un'idea di sviluppo: "Orvieto, tra antico e moderno"

Premessa storica

Tra gli anni venti e trenta del secolo scorso, la città di Orvieto iniziò a modificare il proprio modello economico fino ad allora basato quasi esclusivamente sull'agricoltura.

In questo mutamento svolse un ruolo centrale la costruzione delle caserme che rappresentò uno dei principali elementi di sviluppo economico e di risorsa commerciale per il Centro Storico.

Il ruolo delle caserme fu preponderante fino alla metà degli anni '80, quando si iniziò a riflettere, prima, e a valorizzare poi le notevoli risorse turistiche - storiche, artistiche, paesaggistiche eno-gastronomiche - della città (cfr. 1° Conferenza sul Turismo del Comune di Orvieto - 1985).

Gli anni '80 furono gli anni del Progetto Orvieto, anni in cui grazie alla "legge speciale per Orvieto Todi" fu possibile procedere al consolidamento della Rupe e al restauro di molti edifici storici della Città (Palazzo dei Congressi, Teatro Mancinelli, Palazzo dei Sette, Torre del Moro). Furono anni di sviluppo e rinnovamento, anni in cui Orvieto iniziò a promuovere la propria immagine all'estero .

Sebbene molti degli obiettivi individuati in quegli anni siano stati raggiunti sia dal settore pubblico sia da quello privato - basti pensare al consolidamento della Rupe e al recupero e restauro di molti monumenti  -restano ancora dei nodi da sciogliere e delle debolezze da superare. Ci si riferisce in particolare: all'adeguamento della ricettività alberghiera, all'ulteriore necessità di diversificazione e specializzazione turistica (l'individuazione di un'offerta specifica per i diversi tipi di "turismi") alla viabilità, ai parcheggi, all'arredo urbano, la valorizzazione di piazze e di spazi commerciali.

Se "l'economia della cultura" rimane un asse portante dell'economia cittadina è tutta via evidente  che essa non è più sufficiente a rispondere a tutte le esigenze della Città.

Serve, quindi, un nuovo coraggioso e determinato scatto in avanti di tutta la classe dirigente orvietana.

Da qui scaturisce la necessità di un nuovo progetto di governo che :

·        valorizzi pienamente il territorio in tutte le sue parti, in tutte le sue componenti;

·        assegni un ruolo e una funzione rinnovati al Centro storico;

·        sviluppi sempre più un'agricoltura di qualità collegata anche all'industria.;

·        implementi il settore manifatturiero in ambiti innovativi legandolo ad un polo tecnologico (aree commerciali, artigianali e industriali);

·        favorisca un turismo improntato alla qualità dell'accoglienza e dei servizi; un artigianato ed un commercio capaci di qualificare e valorizzare i nostri prodotti.;

·        accompagni gli sforzi per fare di Orvieto anche un luogo di studi e di ricerca (Università, l'alta formazione);

·        risolva alcuni vincoli strutturali (grande viabilità e collegamenti con Viterbo e Perugia, casello autostradale nord, complanare, parcheggi).

IL CENTRO STORICO E LA RIQUALIFICAZIONE DELLA EX CASERMA PIAVE

Il motore dello sviluppo: una rinnovata attrazione del centro storico

Il centro storico di Orvieto è probabilmente quella parte della Città che dà i maggiori segnali di sofferenza e di cui sono indice: la diminuzione e invecchiamento della popolazione, la scarsa capacità di attrazione per le attività commerciali e il modesto appeal per le nuove generazioni.

C'è senz'altro bisogno, perciò, di un nuovo grande intervento progettuale che sia capace di suscitare fiducia e speranza, che sappia superare storiche criticità di Orvieto e creare -grazie anche a interventi di riqualificazione urbana - le condizioni per una nuova crescita sostenibile e un maggiore benessere sociale. Sono necessarie, quindi, decisioni di governo capaci di indicare nuove prospettive e di suscitare e promuovere, nel contempo,  una cittadinanza attiva, un coinvolgimento diffuso, una fattiva consapevolezza, una maggior partecipazione.

Ai rilevanti interventi di fine ottocento; restauro del Palazzo Soliano, del Palazzo Opera del Duomo, del Palazzo del Capitano del Popolo, della Torre di S. Andrea, il livellamento della collina al di sotto di Porta Romana e la realizzazione del Campo della Fiera, il Cimitero monumentale, ad opera del responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di allora ing. Zampi (1870-1910), sono seguiti gli interventi dei primi del novecento: la costruzione della SMEF, della caserma Piave e la definitiva sistemazione di piazza Cahen.

Oggi la situazione è matura e pronta quindi per nuovi, importanti interventi capaci di riqualificare e valorizzare il Centro storico.

Tra le "aree" e le  "tematiche" di intervento si evidenziano quelle che seguono : 

Aree:

·        il Duomo, la sua piazza e i musei (l'etrusco, l'archeologico, il museo Greco, il costituendo Grande museo dell'Opera del Duomo).

·        l'area delle caserme, di cui la ex-Piave è solo la punta di una problematica di riqualificazione urbana ben più vasta.

·        L'area Torre del Moro (gallerie commerciali, arredo e pavimentazione Piazza del Popolo).

 

Tematiche e possibilità di  intervento:

·        riabitare il Centro Storico

·        programmi urbani complessi (L.R. 13/97), per interventi di valorizzazione del Centro storico

·        la mobilità alternativa

 

Il Duomo

E' il monumento simbolo della città, esso va contestualizzato nell'ambito fisico in cui si trova: la piazza con i musei che vi si affacciano. Il sistema museale orvietano è infatti tuttora incompleto e la sua messa a punto -urgente - deve implicare anche una valutazione complessiva, in concerto con i soggetti protagonisti di questo intervento (Ministero Beni Culturali e Sovrintendenze, Enti locali, Vescovato e Opera del Duomo), sull'uso degli altri contenitori quali, per esempio, il Palazzo Papale, il Palazzo Soliano e il Palazzo Tiberio Crispo, attualmente di proprietà del Demanio Statale Dipartimento Entrate.

In questo senso sono in corso contatti con le diverse istituzioni e con la famiglia Greco.

Area delle caserme

Con questo termine indichiamo quella parte di città che si estende tra Piazza Cahen a Piazza XXIX Marzo. Si tratta di  un grande  spazio, quasi un quinto dell'intero centro Storico - che per più di mezzo secolo è stato una sorta di corpo separato dal resto della città, proprio per la funzione cui era destinato.

Il ritorno nella disponibilità comunale dell'area ci obbliga ad una impegnativa e accorta opera di riqualificazione. E' necessario rifunzionalizzare quegli spazi nella loro interezza per garantirne una reale riappropriazione da parte della città e dei suoi cittadini. Per questo si propone un progetto urbanistico generale che studi un piano di recupero per riconnettere alla città antica tutta quella parte che va da piazza Cahen alla ex caserma SMEF, laddove gli interventi sulla Piave rappresentano solo il primo stralcio operativo di un più grande e ambizioso progetto di riqualificazione  e valorizzazione urbana.

Gli spazi enormi lasciati liberi dalle caserme, peraltro di pregio architettonico non irrinunciabile, possano essere utilmente sottoposti a un lifting radicale per ospitare la città moderna. Oggi per Orvieto si può aprire una fase inedita di grandi potenzialità che, nel rispetto degli indici, dei parametri e delle destinazioni dettati dallo studio urbanistico, lascino anche spazio alla capacità di proposta dell'iniziativa privata e alle esigenze del mercato con il solo vincolo, preferenziale, nella scelta dei progettisti (di chiara e indiscussa fama internazionale), dei realizzatori e dei gestori cui è richiesta solidità economica e significativa esperienze maturata.

Nella città moderna possono trovar posto la città dei turismi e del tempo libero, la città degli studi, la città del buon vivere e dei sapori, la città dell'economia industriale; insomma il Modello di Sviluppo Orvietano (ovvero il complesso delle linee guida ed il mix funzionale elaborati dall'Amministrazione Comunale) previa verifica della sua congruenza con le esigenze del mercato.

Nell'area delle caserme sarà previsto, inoltre, un intervento a valenza prevalentemente pubblica: il "Palazzo delle Istituzioni".

Gli Enti Pubblici (Comune, Provincia, Regione, ASL, Comunità Montana) da tempo stanno valutando l'ipotesi di un Piano di riconversione patrimoniale che, se ben gestito, potrebbe concludersi positivamente sia dal punto di vista economico-patrimoniale sia da quello sociale. Questo piano consiste, essenzialmente, nell'accorpamento in un unico luogo (il "Palazzo delle Istituzioni") delle attività istituzionali, con il relativo seguente vantaggio di liberare molti edifici e locali precedentemente  utilizzati che potrebbero essere destinati ad un altro uso conveniente per gli Enti stessi e per l'intera comunità cittadina.

Ad esempio, il Santa Maria della Stella (ex ospedale) potrebbe essere permutato con idoneo ed adeguato "building" opportunamente trasformato dalla amministrazione comunale.

Questo meccanismo, oltre a razionalizzare la presenza dei servizi pubblici in un solo contenitore, vedrebbe "rientrare" sul mercato molte abitazioni del Centro Storico che contribuirebbero a calmierare i prezzi e ad incrementare la popolazione residente.

Una  riflessione apposita andrà poi sviluppata per individuare spazi da destinare a due istituti superiori presenti nel Centro Storico - l'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato ed il Liceo Artistico-  e per altre strutture, quali, per esempio l'Archivio di Stato e l' INPS.

Per progettare e gestire gli interventi in tutta quest' area della Città che sarà soggetta a così forti cambiamenti si propone di istituire una governance partecipata alle politiche urbane, consapevoli tuttavia, di come essa richieda una forte capacità di indirizzo e una energica attività di sintesi da parte delle istituzioni locali.

Sarà necessario, perciò, lavorare affinché tutto il patrimonio di riflessioni, di proposte e di studi da porre alla base di questa seconda fase di lavoro - che fa capo al Comune di Orvieto- possa essere fortemente condiviso anche da tutti gli altri soggetti protagonisti (altri Enti Locali, esperti scientifici, Ministeri competenti, laboratorio di città, R.P.O.) in modo tale da ottenere un risultato condiviso oltre che, ovviamente, consistenti economie di scala.

Area Torre del Moro. Area di Corso Cavour e di Via Duomo

L'ipotesi che si vorrebbe proporre è quella di rivitalizzare un sistema commerciale diffuso in grado di attrarre consumatori e turisti, anche attraverso la riqualificazione di due gallerie esistenti, quella di Palazzo dei Sette e quella di Palazzo Gualterio. Si vorrebbe, d'intesa con i privati, rafforzare l'idea di centro commerciale naturale, senza interventi architettonici in senso stretto, ma ricorrendo a operazioni di arredo urbano. La prima galleria interesserebbe il piano terra di Palazzo dei Sette, via della Costituente e vicolo del Popolo I. Attraverso diversi accessi e coperture, tra cui il passaggio diretto a Piazza del Popolo da Palazzo dei Sette, si avrebbe una compenetrazione tra interni ed esterni tale da creare qualcosa di veramente nuovo, pur nel rispetto della struttura architettonica degli immobili interessati. Un analogo ragionamento  va fatto per la seconda galleria, quella di Palazzo Gualterio, che fa angolo con Corso Cavour e arriva sulla piazzetta di San Giuseppe che verrebbe completamente riqualificata con un intervento di copertura e apertura di accessi, con la possibilità a Via del Duomo di avere un ingresso dalla stessa galleria.

L'intervento nel quadrivio di questa area è il primo passo per rafforzare più complessivamente l'unitarietà della città (da Piazza Cahen al quartiere medievale) anche attraverso una adeguata politica di arredo e di Z.T.L.

Riabitare il Centro Storico

Tornare ad abitare Orvieto, "la ridensificazione del centro storico" rappresenta uno degli obiettivi prioritari da raggiungere. Accanto a iniziative residenziali che il mercato troverà convenienti, è comunque necessario attivare politiche residenziali di sostegno per giovani coppie, anziani, ceti deboli attraverso interventi mirati di edilizia convenzionata e agevolata, edilizia popolare. A questo scopo, d'intesa con i soggetti interessati, possono essere ben utilizzati alcuni immobili pubblici, liberati dalle attuali funzioni, per esempio:

·        Palazzo via delle Pertiche (proprietà Provincia);

·        Palazzo Zitelle Sperse (proprietà Comune di Orvieto);

·        Istituto Tecnico Professionale (proprietà Comune)

·        Palazzo ASL in via Postierla (proprietà ASL - Regione Umbria);

·        Ex Pediatria (proprietà ASL - Regione Umbria), per alloggi e servizi anziani autosufficienti.

Programmi urbani complessi (L.R. 13/97)

Insieme agli interventi sopra citati, in sinergia con i privati, è necessario sviluppare una politica volta alla valorizzazione del patrimonio edilizio del Centro Storico.

A tal fine è indispensabile utilizzare strumenti quali i Programmi Urbani Complessi, da attuare per "ambiti" del Centro Storico secondo un percorso definito e governato dall'Amministrazione  pubblica.

I Programmi hanno la finalità di sollecitare, coordinare e integrare soggetti, finanziamenti, interventi pubblici e privati, diretti ed indiretti, volti a favorire l'integrazione degli interventi, la qualità urbana e ambientale.

Questo strumento assume quindi valore strategico per attrarre investimenti, promuovere e incentivare interventi privati, favorire la riqualificazione, rifunzionalizzazione e riqualificazione del tessuto urbano.

Mobilità nel Centro Storico

La mobilità nel Centro Storico è stato un elemento qualificante la politica di rinnovamento della Città degli ultimi 20 anni, che ha visto realizzare gradualmente un vero e proprio  sistema di mobilità alternativa (rifunzionalizzazione della Funicolare, ascensori, scale mobili, parcheggio di Foro Boario, rafforzamento del T.P.L.).

La quarta fase, che ha come premessa la realizzazione del parcheggio di Via Roma e la ridefinizione di una politica più generale della sosta nell'area delle Caserme e del parcheggio Funicolare, permetterà una rivisitazione complessiva:

·        delle stanze;

·        del carico e scarico merci;

·        della viabilità;

·        della sicurezza stradale.

Conclusioni

Con questi progetti Orvieto del terzo millennio, continua il cammino antico degli orvietani che ci hanno preceduto. Il patrimonio storico e artistico, risorsa fondamentale di questa città, viene ricondotta e riagganciata alla modernità. All'alba del terzo millennio gli orvietani di oggi, con lo stesso coraggio e la stessa determinazione di quanti li hanno preceduti lanciano una nuova sfida: la città moderna nella città antica.

La città oggetto di un moderno processo di recupero, riqualificazione e valorizzazione sarà la parte più viva dell'intera Orvieto, la parte propulsiva dello sviluppo, ma anche uno straordinario scenario urbano costituito dal meglio dell' architettura mondiale  sia nella progettazione del nuovo che nel recupero del patrimonio edilizio storico.

Nel mondo non esisterebbero uguali: una Rupe di appena un chilometro, dove sono racchiuse e visibili le storie dell'uomo dagli etruschi ai giorni nostri.

Il compito di una classe politica avveduta e moderna è anche quello di creare le condizioni dell'innovazione. Non sarà Orvieto a ritrovarsi in posizione subalterna per incapacità di ripensare se stessa. Orvieto  rilancia, come ha sempre fatto, mettendo in campo quella capacità di innovare che è l'essenza della sua tradizione. Una tradizione viva che non possiamo rinnegare, senza rinnegare la nostra storia passata e rinunciare a quella futura".

Questo documento è del marzo 2006 ed è firmato dal Comune di Orvieto e dalla Provincia di Terni ai tempi di Mocio e Cavicchioli. Insomma, un documento in cui i due enti sottopongono all'attenzione degli amministratori che lo hanno votato ed ai cittadini un progetto, almeno un progetto su cui chiacchierare. E' anche la dimostrazione che, come sosteneva Gibran, "Tra l'immaginazione ed il successo esiste uno spazio che è possibile colmare solo con la volontà", o la capacità.

Pubblicato il: 22/12/2011

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