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'Noi sappiamo lavorare, c'è qualcuno che sa fare l'imprenditore'

E' lo slogan urlato ieri mattina dalle operaie della ex Grinta al sit in che hanno simbolicamente quanto insolitamente tenuto, insieme alla Cgil, a piazza Duomo. Galanello, consigliere regionale del PD, garantisce l'impegno della Regione

ORVIETO - "Noi sappiamo lavorare, c'è qualcuno che sa fare l'imprenditore?". È questo lo slogan che hanno urlato ieri mattina le operaie della ex Grinta al sit in che hanno simbolicamente quanto insolitamente tenuto, insieme alla Cgil, a piazza Duomo. "Perché l'eccellenza di un territorio passa anche per la qualità delle produzioni e soprattutto del lavoro che esso sa esprimere" ha spiegato la responsabile della Camera del Lavoro di Orvieto presente alla manifestazione insieme anche al sindaco della città Toni Concina e a Raffaele Nevi presidente del gruppo Pdl Regione Umbria. Ha mandato un messaggio alle lavoratrici invece il consigliere regionale del Pd Fausto Galanello, trattenuto a Perugia da impegni. "La Regione non vuole solo testimoniare vicinanza alle exdipendenti dello stabilimento Grinta - era il testo del messaggio - ma conferma ilsuo impegno per un nuovo piano industriale sul quale sono in corso verifichedi fattibilità e sostenibilità". L'azienda tessile specializzata nella produzione di capi di abbigliamento maschile di altissima qualità, come noto, è fallita nel maggio 2010 per questioni di carattere finanziario, nonostante la presenza di commesse importanti da parte di diversi marchi dell'alta moda internazionale. Oggi la curatela ha venduto i macchinari e non c'è più la disponibilità dello stabilimento. Ciononostante le operaie rivogliono il loro lavoro, anche alla luce del fatto che ci sarebbe un imprenditore interessato alla manodopera, ma che al momento però non garantirebbe un impegno finanziario adeguato. "Donne con alti livelli di professionalità - spiega Rita Paggio, responsabile della Cgil di Orvieto - che da moltissimi anni lavorano nel settore tessile di alta gamma e che, al termine del periodo di cassa integrazione in deroga (cioè a fine mese), avrebbero accesso alla mobilità ma, con ogni probabilità, nessuna prospettiva di ricollocazione professionale, disperdendo così un patrimonio di competenze che sono state e possono continuare ad essere una ricchezza per l'economia, già duramente provata, del territorio orvietano, soprattutto per quanto attiene l'occupazione femminile". A questo punto, i sindacati chiedono prima di tutto una proroga della cassa integrazione in deroga per almeno altri sei mesi, per dare la possibilità di concretizzarsi ad un progetto imprenditoriale che al momento è allo studio della Regione. "Siamo a conoscenza dell'esistenza di un progetto che potrebbe trovare collocazione sul territorio proprio in ragione del fattore competitivo rappresentato dalle maestranze - spiegano Filctem e Femca - ma è necessario l'impegno di uno o più imprenditori che investano, così da poter attivare tutte le forme di sostegno all'impresa previste a livello regionale e territoriale per l'erogazione delle quali le istituzioni si sono dichiarate disponibili".

Pubblicato il: 08/12/2011

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