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E' simulazione di reato

La simulazione di reato è ormai una certezza per gli inquirenti che conducono le indagini sulla scomparsa del ventiquattrenne napoletano la cui macchina è stata ritrovata in fiamme nei pressi di Fabro lo scorso sei gennaio. Le ricerche del ragazzo continuano a ritmo serrato e sabato arriveranno i subacquei dei carabinieri di Genova che si immergeranno nel Chiani

Cronaca

Simona Coccimiglio
La simulazione di reato è ormai una certezza per gli inquirenti che conducono le indagini sulla scomparsa del ventiquattrenne napoletano la cui macchina è stata ritrovata in fiamme nei pressi di Fabro lo scorso sei gennaio. M. S. - queste le iniziali del giovane di Caivano, in provincia di Napoli - non è affatto morto come il bossolo del proiettile esploso da un fucile in dotazione all'esercito, trovato all'interno della sua macchina incendiata, aveva fatto credere inizialmente.
Le ricerche del ragazzo continuano a ritmo serrato e sabato arriveranno i subacquei dei carabinieri di Genova che si immergeranno, alla ricerca di nuovi ed importanti elementi, nelle acque del Chiani, il fiume che scorre poco lontano dal punto in cui è stata ritrovata la Peugeot 205 incendiata. Importante chiarire i motivi che abbiano spinto il disoccupato campano a lasciare deliberatamente il proiettile - sottratto magari durante il servizio militare - nell'auto per poi darla alle fiamme e rendersi irreperibile. Plausibile, e al vaglio degli inquirenti, l'ipotesi che i familiari di M. S. fossero a conoscenza dei suoi piani. Strano fin dall'inizio dell'inquietante vicenda il loro comportamento. Un inspiegabile disinteresse per le sorti del proprio figlio, testimonianze circa gli spostamenti del giovane contrastanti con la realtà dei fatti appurata dalle forze dell'ordine, un cellulare - unico collegamento tra loro e gli inquirenti - rimasto quasi sempre spento.

Pubblicato il: 15/01/2004

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