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La Confcommercio boccia Cimicchi e promuove se stessa. E Cimicchi risponde

In un documento l'associazione dei commercianti fa il bilancio dell'anno e prevede un futuro ancora meno roseo del presente.

Politica

La Confcommercio apre l'anno con il comunicato stampa numero 1. Fa il bilancio del commercio nel 2003 e conclude che i risultati sono stati scadenti. La responsabilità sembra essere della congiuntura economica, dell'euro, dell'apprezzamento del dollaro, della globalizzazione, e naturalmente, la politica amministrativa che ha governato la città.

Il bilancio consuntivo del commercio 2003- sostiene la Confcommercio- ha chiuso l'anno tutto in salita, rivelando gli affanni e la fatica del momento. I dati sulle vendite parlano chiaro: un dieci per cento in meno durante l'anno e un quindici in meno sotto le feste. La situazione, tra l'altro, non lascia ben sperare nemmeno per un futuro molto più roseo. L'effetto della moneta unica europea ha cominciato già a farsi sentire, unito all'apprezzarsi dell'euro sul dollaro, ed ha finito per penalizzare anche il turismo. Infatti, a detta degli esperti, non c'è mai stato una scambio monetario, in cui risparmiatori e consumatori traessero vantaggi… o …almeno in tempi brevi, mentre gli effetti della globalizzazione sono arrivati anche in provincia e noi siamo costretti a misurarci con realtà al di fuori di un contesto nazionale. Pertanto si preannuncia uno scenario molto difficile, in cui non sarà possibile sbagliare e le scelte che questa città non ha mai fatto ora si pagano.

Quindi sarà bene muoverci per tempo e riguadagnare quello perduto, affrontando una programmazione seria nei confronti del turismo e preoccupandoci di trovare sbocchi di lavoro per chi è rimasto e ha creduto a Orvieto".

La Confcommercio, seguendo un vezzo consueto, si sente anche di esprimere voti e quindi promuove se stessa e boccia Cimicchi.

Se poi si dovesse dare un voto alla politica e quindi una pagella al Sindaco Cimicchi, allora sarebbero molte le materie da ritenere insufficienti. Dalla viabilità nel caos a un piano regolatore che non tiene conto dell'urbanistica ma fatto solo per dare aggio alla speculazione, a un paesaggio massacrato ormai per sempre, da case e da casette fino alle pendici della rupe, mentre i camion di immondizia continuano a coprirci. Non ha giovato nemmeno la politica estera fatta in Palestina o la privatizzazione dell'acqua a caro prezzo e la lista potrebbe ancora proseguire, con i centri commerciali fatti male o i conti esplosivi del comune, ma la cosa che noi più rimproveriamo è la mancanza di un progetto capace di risollevare Orvieto e quindi anche il commercio. Pertanto le materie per rimandare a ottobre il Sindaco Cimicchi sono fin troppe, tanto da ipotizzare una bocciatura assicurata.

La Confcommercio invece, nell'anno 2003, ha svolto una parte molto attiva e responsabile, impuntando i piedi e opponendosi contro tutti quei progetti non ritenuto vantaggiosi, come appunto il centro commerciale sull'Amerina o una complanare fatta più per tamponare che per risolvere o contro lo scempio del paesaggio e dell'ambiente, da noi considerato invece fonte primaria del turismo, ma soprattutto rilanciando una serie di proposte come la scuola turistico/alberghiera, il recupero del centro storico e dei giardini, ad un progetto da realizzare nella ex caserma Piave o ancora al rilancio del casello nord sull'autostrada.

L'economia, come tutti sanno, non è né di destra né di sinistra ma di fatti e noi qui siamo rimasti all'anno zero".

E poi una conclusione suggestiva, date le premesse:

Non abbiamo preclusioni contro nessuno, tanto meno contro soggetti o forze politiche, ma vorremmo che si passasse dalle chiacchiere alla programmazione, ai fatti".

Il sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi, replica a Confcommercio ed afferma:"La pagella della Confcommercio è il frutto di uno stato confusionale in cui la stessa organizzazione è precipitata da quando si è buttata in politica a fianco Forza Italia tanto che più volte li ho definiti 'Forza Confcommercio'. In 24 anni che ho rapporti con loro, ho constatato che, oltre a parlare non hanno mai saputo tirare fuori una lira per costruire qualcosa di utile per la nostra città, e ora, invece di curare gli interessi della categoria, emettono comunicati deliranti quanto generici. Preciso, per l'ennesima volta, che mi riferiscono all'organizzazione Confcommercio che, dai tempi in cui era diretta da soggetti come Maiotti, Perali e Cortoni era anche una grande ed importante struttura di servizi alla quale anche l'azienda dei miei genitori era associata; oggi è inesistente sotto il profilo organizzativo - sindacale e invece parla, parla, parla senza un briciolo di stile e di costrutto. I commercianti orvietani che sono intelligenti e hanno saputo adeguarsi ai tempi che cambiano, sapranno giudicare molto bene chi tenta di parlare a loro nome".

Pubblicato il: 16/01/2004

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