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Abbandoniamo la discussione sulle persone e passiamo a quella sui problemi. E' più utile e forse c'è anche più gusto

Ping pong #12 "Sintetizzo così il mio commento alla frase di Cimicchi che ci ha proposto il nostro direttore: non mi convince oggi ciò che fa Marco Frizza; non mi convince la polemica di Cimicchi. E mi spiego..."

foto di copertina

"Tu, ma anche Concina, hai avuto la possibilità di cambiare la storia di Orvieto e invece ti sei acconciato a fare il Sindaco ombra (qualcuno dice l'ombra del Sindaco) e piuttosto che usare la "golden share" che avevi conquistato per chiedere l'azzeramento della giunta comunale e assumerti le tue responsabilita' nella gestione del Comune, hai preferito navigare nel sottobosco del potere locale." (Da un articolo di Stefano Cimicchi su OrvietoSi del 26.11.2011)

E due!, per la seconda volta di seguito ci occupiamo di affermazioni di Stefano Cimicchi. Stefano però non cada in equivoco e non si monti la testa (o se la smonti se ce l'ha montata) giacché, come lui sa, noi non contiamo nulla (mi scusi l'amico Pier Luigi, mi riferivo solo a me stesso) o talmente poco che non possiamo rappresentare certo un test per misurare l'indice di importanza di chi dice qualcosa che cade provvisoriamente sotto la nostra lente di ingrandimento.

Debbo anche dire che scrivo il mio pezzo all'interno di un'assemblea congressuale nazionale mentre mi emoziono a veder scorrere su un megaschermo le immagini di fondamentali momenti di storia nazionale e ascolto interventi che affrontano le grandi questioni dell'attuale momento politico e si sforzano di indicare una via di riscatto del nostro Paese fondata su libertà congiunta a giustizia e sull'apertura di una nuova stagione di valorizzazione del lavoro nell'ottica del più solido e vitale riformismo europeo.

Perciò sento addosso i graffi di una crisi che morde e di provvedimenti annunciati del Governo Monti che (stando alle prime impressioni) non mi sembra rappresentino la svolta desiderata in direzione di sacrifici necessari ma equi, e di spinta alla crescita senza la quale gli stessi sacrifici presto si riveleranno inutili. E sento dunque congiuntamente la distanza da tutto ciò sia dei comportamenti degli amministratori orvietani che del dibattito che suscitano. Anche qui però niente equivoci, per favore: il mio non è un atteggiamento snobistico, giacché so bene quale è l'importanza di legami costruttivi tra la situazione nazionale e quella locale (più esattamente tutte quelle locali).

Con queste premesse, allora sintetizzo così il mio commento alla frase di Cimicchi che ci ha proposto il nostro direttore: non mi convince oggi ciò che fa Marco Frizza; non mi convince la polemica di Cimicchi. E mi spiego.

1. Non mi convince oggi ciò che fa Marco Frizza. Dico oggi, perché ieri (dopo lo scimunito ottobre 2010), quando Frizza, Meffi e Tonelli, decisero di porre termine all'anatra zoppa, io fui tra coloro che cercarono di capire i motivi positivi che animavano quella scelta. Cimicchi ed altri non dovrebbero dimenticare la miopia di analisi e di scelta sia tattica che strategica che aveva caratterizzato i comportamenti dei dirigenti PD: essi avevano scientemente fatto fallire il generoso tentativo (che conducemmo in prima persona, io da una parte e Pier Luigi dall'altra) di un'alleanza trasversale temporanea per la salvezza e il rilancio di Orvieto. Ancora oggi sono ultraconvinto che quello era il dovere e quella la scelta intelligente se ci si fosse posti come classe dirigente e non come piccoli cultori di interessi di parte. Dunque Frizza e compagni allora scelsero legittimamente di puntare sull'unica alternativa che esisteva per evitare le elezioni, che anch'io allora consideravo premature e deleterie. Oggi è diverso. La realtà che abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi ha dimostrato che quella scommessa è persa, perché non si è elevata all'altezza dei problemi che voleva e doveva affrontare. Ciò che si è visto è: risanamento miope, strategia inesistente se non di smontaggio, gestione smorta, crisi endemica, futuro confuso. Di arredo di Piazza della Repubblica si può discutere, ma del destino della città no: rispetto a questo o si è all'altezza del da farsi o non lo si è. Così oggi bisogna dire con chiarezza che staccare la spina sta diventando sempre più non un'opzione politica, ma una impellente necessità. Ci riflettano non solo Frizza, Meffi e Tonelli. Ma dico subito che, senza un'alternativa credibile, c'è il forte timore che non ci sarebbe quel rinnovamento di idee e di classe dirigente che in tanti auspichiamo. Questo è il tema. Alcuni di noi lo sanno bene e ci stanno lavorando. Anche perché lasciar governare indisturbati con la logica della sopravvivenza una situazione come quella che viviamo dentro una vera emergenza nazionale rischia di essere cosa irresponsabile. È auspicabile dunque che cadano i paraocchi, di tutti quelli che ce li hanno.

2. Non mi convince la polemica di Cimicchi. C'è una ragione principale e una secondaria. Quella principale è che io non condivido la polemica di tipo personale, ché, anzi, la considero uno dei mali del nostro tempo, un male che a livello locale (segnatamente nella nostra città) spesso si trasforma nell'unico terreno di discussione e non raramente passa poi dalla chiacchiera alla denigrazione. Ricordo bene i metodi comunisti, i danni che hanno fatto alle persone e alla città. Allora sento il bisogno di dire che forza che noi tutti abbiamo bisogno di imboccare la strada della discussione sui problemi (che può e talvolta deve essere anche dura e durissima) e di abbandonare quella della discussione sulle persone. La ragione secondaria è che le energie in questa fase vanno concentrate non su questioni particolari, ma su questioni di fondo. Lo stesso Cimicchi cerca di farlo quando organizza confronti su temi di largo respiro. Credo che sia questo ciò di cui abbiamo bisogno oggi.

E ora la palla a Pier Luigi.

Franco Raimondo Barbabella

Non sono portato alle polemiche personali. Una volta che ci provai fu con Marco Marino, ma la cosa si realizzò con uno scambio di rime e finimmo più amici di prima. E poi non si può negare che l'attacco alla persona, come accenna Franco, è un vizio tipico dei comunisti, un riverbero del metodo sovietico. Il Partito non può sbagliare, altrimenti l'utopia ne sarebbe falsificata. È il compagno che sbaglia e deve essere annientato. Non voglio dire che Stefano Cimicchi sia invasato dall'utopia comunista, ma forse si è fatto prendere un po' la mano dalla nostalgia. Sarebbe più serio riflettere sugli antefatti e sui fatti dell'ottobre 2010, quando l'anatra zoppa fu operata, ammesso e non concesso che fosse mai stata effettivamente zoppa. Me ne vale la pena? E se due uomini come Concina  e Frizza, che non hanno niente in comune, si trovano tanto bene insieme dentro il comune, prendiamone atto. Frizza aspira a fare il sindaco? Non lo so e non me ne importa. Molti ritengono la cosa importante, ma non me ne vogliano se li sospetto di pensiero debole, anzi debolissimo.

Invece l'accenno di Franco ai danni che le chiacchiere e la denigrazione di marca comunista fecero alle persone e alla città, non lo lascio cadere, perché lui ne fu vittima e perché, grazie  a Dio e al senatore Romolo Tiberi, la DC, nella quale all'epoca militavo, non si lasciò coinvolgere. E nemmeno si lasciò coinvolgere il mensile di cui Dante Freddi e il sottoscritto erano tra i fondatori e redattori. Parlo del "Comune Nuovo". Se oggi  c'è questa rubrica e se c'è il COVIP è perché vi sono uomini che possono guardarsi negli occhi, uomini che non tradirono la verità e l'amicizia, anche se militavano su sponde politicamente opposte. "Prima ti chiacchierano e poi dicono che sei chiacchierato": questa fu l'arma adoperata dai comunisti orvietani contro un sindaco disubbidiente alla pastetta agricolo-palazzinara.

Ma torniamo all'oggi. Il giudizio di Franco sull'amministrazione attuale non è positivo. Secondo lui dovrebbe essere staccata la spina. Secondo me no. E non solo perché non è pronta una soluzione migliore, ma in virtù di un ragionamento che non ho mai tenuto segreto. Tutto ciò che fa e non fa la Giunta Concina è legittimamente criticabile da chi non condivide, ma la critica deve essere accompagnata dalla proposta, in modo che la cittadinanza, la quale paga il prezzo o gode il frutto di ciò che fa l'amministrazione comunale, possa farsi un'opinione. E non basta  avanzare la proposta, ma bisogna su di essa raccogliere il consenso. Questa non è la mistica della opposizione costruttiva, ma è la logica della democrazia, e non solo della democrazia. Lo stacco della spina avviene quando non c'è più una maggioranza o quando il sindaco decide di avere di meglio da fare. Finché al sindaco e alla maggioranza non vengono prospettate soluzioni alternative dei problemi, la spina rimane ben salda. Se poi vengono prospettate alternative che raccolgono consenso nell'opinione pubblica, il sindaco e la maggioranza possono sempre accoglierle e navigare senza traumi verso la fine naturale della consiliatura. E il discorso vale sia per le piccole che per le grandi cose; sia per la riapertura dei cessi pubblici che per i più eccelsi progetti. Questa è la logica della elezione diretta del sindaco. I marinai non possono ammutinarsi senza dover abbandonare vergognosamente la nave. Per questo la stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali durano e per questo dura l'amministrazione Concina. Per questo sono preziose, anche se sostituibili, le valutazioni e le proposte di Stefano Cimicchi. Per questo è ancora più prezioso, essendo peraltro insostituibile, Marco Frizza.

Pier Luigi Leoni

    


    

Ping Pong è la nuova rubrica di Orvietosì curata da Franco Raimondo Barbabella e Pier Luigi Leoni. Un appuntamento del lunedì in cui i due nostri "amici" raccontano la loro su una frase apparsa sul nostro giornale durante la settimana, una palla che io lancio ad uno dei due e che loro si rimpallano. Ci auguriamo che questo gioco vi piaccia e si ripeta il successo di "A Destra e a Manca". Naturalmente tutti i lettori sono invitati la tavolo di Ping Pong. Basta inviare una e-mail a dantefreddi@orvietosi.it

Questa è la puntata 12




 

Pubblicato il: 05/12/2011

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