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Vesvovo Marra:'La morte di Luca è stata un grande dolore motivo di grande divisione nella nostra Chiesa'

L'amministratore apostolico, Giovanni Marra ha spiegato così ieri sera le ragioni della celebrazione che ha voluto per ricordare l'anniversario della morte del giovane diacono pugliese

di  Stefania Tomba

FICULLE - "La morte di Luca è stata un grande dolore e motivo di grande divisione nella nostra Chiesa. Sono qui per dire che sono partecipe e che da qui dobbiamo ripartire per riconciliare".

L'amministratore apostolico, Giovanni Marra ha spiegato così ieri sera le ragioni della celebrazione che ha voluto per ricordare l'anniversario della morte del giovane diacono pugliese, la cui vicenda è così strettamente legata alla rimozione del vescovo Scanavino.

Una celebrazione a cui hanno preso parte decine e decine di persone che non si sono fatte intimidire dalle curve e dai chilometri che separano Orvieto dalla chiesa di Ficulle dove si è svolta la cerimonia a cui ha partecipato anche padre Giovanni. Per la prima volta insieme sull'altare con monsignor Marra, padre Scanavino, salutato al termine da un lungo applauso, ha preso la parola alla fine della celebrazione, dopo nove mesi di "esilio" dalla città del Duomo (un esilio che dura ancora visto che anche la messa di ieri si è svolta a Ficulle e non ad Orvieto).

Lo ha fatto, con grande umiltà, per dire "grazie" all'amministratore apostolico per l'invito alla celebrazione e "per quello che ha fatto in questi mesi - ha detto - cercando di rimediare ai miei errori e ai miei limiti". Ma lo ha fatto anche per chiedere "pietà per i miei sbagli - ha scandito Scanavino - se con questi ho offeso il diritto canonico, se ho scandalizzato i puri di cuore, se sono stato imprudente illudendo Luca".

Sullo sfondo la vicenda del diacono morto suicida. Era il 29 novembre 2010: il Nunzio Apostolico in Italia dava comunicazione alla Curia di Orvieto del decreto della Congregazione per i Vescovi che d'accordo con la Congregazione per il Clero e quella per l'Educazione Cattolica bloccava l'ordinazione sacerdotale del diacono Luca Seidita. Ventiquattro ore dopo il giovane si lanciava, suicida, dalla Rupe di Orvieto. La fine di una giovane vita e l'inizio dell'iter inesorabile che di lì a quattro mesi avrebbe portato alla rimozione del vescovo della diocesi di Orvieto - Todi. Oggi la vicenda sembra lontana anni luce. Eppure viva e dolorosa. La diocesi è stata "restaurata" dall'amministratore apostolico inviato dai Dicasteri romani: nuove nomine, nuova organizzazione più centralizzata e sotto un più ferreo controllo economico e non solo.

Entro febbraio si attende l'arrivo del nuovo vescovo che il Vaticano incaricherà per il dopo Scanavino, sulla base della relazione che l'amministratore apostolico Giovanni Marra per allora avrà inviato a Roma.

Pubblicato il: 01/12/2011

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