Cimicchi massacra Frizza

Cimicchi massacra Frizza. Una paginata di spietate considerazioni, giustificate dalla critica al nuovo assetto previsto dall'amministrazione orvietana per piazza della Repubblica, ma che vanno molto al di là dello specifico argomeno.
Ricordare al presidente del Consiglio comunale di Orvieto che "Tu hai gestito con grande capacità organizzativa le Feste de l'Unità  e la casa del Popolo ma mettere mano a una città come Orvieto non è la stessa cosa. Ci vuole attenzione e umiltà", è come a dire "fai quello che sai fare e non ti avventurare in zone incognite che non sono alla tua portata".

Cimicchi continua  e spezzetta   il presidente, "ombra del sindaco" o "sindaco ombra",  e insieme a lui, ovviamente, anche il sindaco vero, ombra o soggetto principale che sia.

Potranno anche rimanersi "simpatici", secondo la regola che dicono di essersi data, ma certo la penna di Cimicchi taglia e non cuce e Frizza emerge come espressione emblematica di un giudizio totalmente negativo sulla classe amministrativa orvietana.  L'appello "Orvieto alzi la testa!" chiude il durissimo intervento e sintetizza l'auspicio di un moto d'orgoglio della città.
L'ex sindaco incalza e non lascia ormai cadere sasso dal palazzo senza dire la sua, con uno stile null'affatto conciliante, deciso e chiaro sui problemi e sulle persone, preparando un suo ruolo salvifico per quando ce ne sarà bisogno. Questa volta è toccata a Frizza, che sembrerebbe molto sensibile alle lusinghe del potere, a cui avrebbe ceduto navigando "nel sottobosco del potere locale". Infine  il ricordo che il "potere è effimero" e che lui di danni ne ha già compiuti abbastanza da passare nella storia della città.
E domani a chi tocca?

San Pietro Parenzo, santo che so amico di Cimicchi, aiutaci tu. Intervieni per noi. Tu sai come.