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Il giallo si infittisce

Non si trova il giovane la cui auto è stata trovata distrutta dalle fiamme a Fabro. Ma stanno emergendo nuovi elementi

Cronaca

di Simona Coccimiglio

Si infittisce ogni giorno di più il giallo del ventiquattrenne napoletano la cui auto è stata trovata nei giorni scorsi distrutta dalle fiamme lungo la strada provinciale che collega Ficulle a Fabro.

Nuovi elementi sarebbero emersi nel corso delle indagini condotte dai carabinieri di Orvieto.

Stando ad alcune indiscrezioni M. S. - queste le iniziali del giovane di Caivano, in provincia di Napoli - non sarebbe affatto morto, come il bossolo del proiettile esploso da un fucile in dotazione all'esercito, trovato all'interno della sua macchina incendiata, aveva fatto credere inizialmente.

Alcune piste, attualmente al vaglio degli inquirenti, farebbero propendere in modo sempre più convincente verso l'ipotesi di una simulazione di reato da parte del giovane campano, che potrebbe aver lasciato deliberatamente il proiettile nell'auto- sottratto magari durante il servizio militare - per poi darla alle fiamme e rendersi irreperibile.

Assoluto riserbo trapela al momento sulle motivazioni che lo avrebbero indotto a far perdere le sue tracce. E la vicenda assume ogni giorno di più la tinta di un giallo. Ad infittirne la trama alcuni elementi, e non di secondaria importanza, che fin dall'inizio hanno accompagnato la scomparsa di M.S. Dalle deposizioni della madre e della sorella, che per ultime lo hanno visto lo scorso cinque gennaio, è emerso che il ventiquattrenne frequentava Fabro da circa due mesi e che vi aveva trovato un lavoro. I carabinieri non hanno però individuato nessuna traccia che confermi questa versione, tanto meno un indizio che possa in qualche modo ricondurre a quanto raccontato dai familiari. Nessuno a Fabro sembra infatti averlo mai visto, né risulta che in questo lasso di tempo abbia mai preso in affitto una camera o soggiornato in un albergo della zona. Alquanto strano il comportamento dei genitori del ragazzo, fin dall'inizio poco interessati alla sorte del figlio scomparso. Nel corso delle indagini fin qui condotte l'unico collegamento tra la famiglia di M. S. e le forze dell'ordine è stato un telefono cellulare rimasto inspiegabilmente quasi sempre spento. Si fa sempre più strada l'ipotesi che i familiari del giovane fossero fin dall'inizio a conoscenza dei suoi piani.

Pubblicato il: 15/01/2004

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