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Galanello. Sulla Sanità 'Mobilitazione sì, ma nella chiarezza dei fatti e degli obiettivi'

Intervento del consigliere regionale PD Fausto Galanello a proposito del "cresscente allarmismo" sulle condizioni della Sanità orvietana

foto di copertina

Riceviamo da Fausto Galanello e pubblichiamo

Il crescente allarmismo di questi giorni sul futuro del presidio ospedaliero di Orvieto necessita di un po' di chiarezza sullo stato delle cose e sugli obiettivi che ci si prefigge.
Premetto, intanto, che stante le attuali disposizioni legislative nazionali e le scelte regionali, non è in discussione né  la classificazione dell'emergenza urgenza né il punto nascite del nostro Ospedale. Il limite minimo delle 500 nascite è infatti riferito alle strutture di territorio e non ai presidi dell'emergenza urgenza.

Chiarito questo, non mancano certo, in tema di sanità, delle ragioni di carattere generale nazionale, regionale e locale che giustificano le preoccupazioni e l'allarmismo dei cittadini.
Sul piano generale,  le politiche nazionali di questi ultimi anni hanno imposto tagli pesanti alla spesa sanitaria, tagli ulteriori per oltre 100 milioni di euro nel prossimo biennio, che stanno mettendo in seria  difficoltà la tenuta e la qualità dei servizi sanitari. Altre Regioni, come il Lazio, hanno già scelto la via più facile della chiusura di tutte le strutture ospedaliere territoriali, salvaguardando solo gli Ospedali dei capoluogo di Provincia.

La Regione Umbria sta compiendo un'altra scelta che è quella di produrre risparmi con la  semplificazione della macchina amministrativa,  anche attraverso una ulteriore riduzione del numero delle ASL, e salvaguardando la rete ospedaliera esistente, specializzando le strutture di territorio e superando doppioni che sono fonte di sprechi e costi elevati, a partire dai due maggiori presidi di Perugia e Terni, così come, appunto, con l'accorpamento di punti nascita di ospedali di territorio a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro.

Altro ragionamento è quello dei presidi dell'emergenza e urgenza, tra cui Orvieto, dove necessita, ormai il più rapidamente possibile, dare risposte concrete e portare a soluzione questioni che si stanno protraendo da troppo tempo e che generano alcuni dei problemi che stanno alla base delle preoccupazioni e del malessere che serpeggia in città e nel territorio.

Le questioni aperte, per il nostro ospedale, evidenziate anche dal sottoscritto un anno fa, sono ancora molte, forse troppe. Alcune risposte sono venute ma si procede con eccessiva lentezza ed in un contesto ed un clima particolarmente pesante determinato da una visione un po' troppo centralistica e ragionieristica, come anche recentemente affermato dalla stessa Presidente Marini in relazione ad alcune problematiche della  sanità umbra. 

Su alcuni di questi aspetti si può e si deve intervenire con la riforma del sistema sanitario regionale ormai alle porte, rimettendo al centro del dibattito il ruolo e la funzione dei distretti  perché, ad una ulteriore riduzione delle ASL, indipendentemente dal nuovo numero, non si assista anche ad un ulteriore allontanamento delle Direzioni Aziendali dai territori. E questo si può evitare solo riconoscendo ai Distretti
livelli di autonomia finanziaria e tecnico gestionale e un più incisivo ruolo della conferenza dei Sindaci, attraverso le nuove Unioni dei Comuni, nelle funzioni di controllo e di programmazione.

Su aspetti più specifici relativi alle problematiche aperte nell'ospedale e nel territorio occorre predisporre, come già impostato dalla Conferenza dei Sindaci, che tornerà a riunirsi la prossima settimana, una piattaforma in cui vanno definiti, per ogni settore e servizio, le risposte necessarie ed i livelli ottimali di qualità ed efficienza, su cui concordare con la Giunta Regionale e la Direzione ASL  modalità e tempi certi per darne attuazione. Tra le priorità vi è certamente il rafforzamento dei caratteri dell'emergenza urgenza del nostro ospedale nelle dotazioni organiche e nei mezzi del 118 e del pronto soccorso, con il potenziamento della rianimazione e un  reparto specifico di chirurgia d'emergenza.
Non richiamo l'insieme delle altre questioni relative alla mancanza ancora di alcuni primari,  la chiusura di alcuni reparti e liste di attesa ancora troppo lunghe per alcuni esami diagnostici, su cui la Conferenza dei Sindaci sta predisponendo un dettagliato documento ma mi preme sottolineare che oltre agli aspetti organizzativi c'è anche quello delle relazioni e delle risorse umane all'interno della struttura ospedaliera. E qui mi pare ci sia da recuperare un clima tutt'altro che sereno.

Pubblicato il: 30/11/2011

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