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L'arcivescovo Marra alla Festa della dedicazione della Cattedrale di Orvieto ha conferito il 'mandato' ai catechisti

Una breve sintesi dell'Omelia

Monsignor Giovanni Marra, Arcivescovo, Amministratore Apostolico della Diocesi di Orvieto-Todi, ieri ha presieduto nella Cattedrale di Orvieto una solenne concelebrazione eucaristica nel corso della quale ha conferito il "mandato" ai catechisti della Diocesi.

I fedeli sono accorsi numerosi dalle diverse Vicarie, per questa celebrazione  che ricorda la prima pietra posta e benedetta nel 1290  per dare avvio alla costruzione del Tempio che  custodisce il Sacro Corporale del Miracolo di  Bolsena. La Cattedrale  si è mostrata  così, mentre la corale Vox e Jubilum  diretta dal M° Stefano Benini eseguiva canti e inni, in tutto il suo splendore come un meraviglioso ostensorio della gloria e della misericordia del Padre.

All'Omelia mons. Marra, dopo aver ringraziato i fedeli, i sacerdoti e i catechisti, che gremivano la Cattedrale, segno di unità dei cristiani di Orvieto-Todi intorno al loro Pastore ha ricordato: "Comunione che in primo luogo è con il Papa perché, citando la Lumen Gentium,  Gesù Cristo, pastore eterno, ha edificato la Chiesa e ha mandato gli apostoli, come egli stesso era stato mandato dal Padre e ha voluto che i loro successori, cioè i vescovi, fossero nella sua Chiesa pastori fino alla fine dei secoli. Affinché poi lo stesso episcopato fosse uno e indiviso, prepose agli altri apostoli Pietro e in lui stabilì il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell'unità di fede e di comunione".

Con l'occasione Mons. Marra ha invitato a pregare e ad animare tutti  uno spirito di accoglienza nei riguardi del Vescovo che sarà nominato entro i primi due mesi del nuovo anno.

Ispirandosi, poi, alla Liturgia della Parola prevista per la solennità della Dedicazione della Cattedrale, si è rivolto con particolare attenzione ai catechisti presenti ai quali - dopo l'Omelia - ha consegnato il Mandato. Ad essi ha proposto la centralità dell'ascolto della Parola di Dio con la stessa riverenza con cui nel Libro di  Neemia è scritto che il popolo convocato ascoltava in piedi la proclamazione che i leviti facevano della Legge e rispondeva con una partecipazione attiva elevando le mani, inginocchiandosi e prostrandosi.

"Tutto ciò deve essere imitato - ha sottolineato l'Arcivescovo Marra - dal catechista nella consapevolezza che dalla Parola trae sapienza ed energia per contribuire all'edificazione della Chiesa unito saldamente a Cristo la "pietra angolare". A questo punto il catechista potrà rivolgersi ai ragazzi e agli adulti con la certezza che è mandato dalla Chiesa. Tuttavia, il catechista a volte riscontra la fatica e il fallimento dei suoi sforzi, specie quando, dopo il sacramento della confermazione, i ragazzi abbandonano la Chiesa. Ciò è dovuto - ha ribadito mons. Marra. -  al fatto che nel corso del catechismo è stata rivolta l'attenzione più alla preparazione fredda ai sacramenti piuttosto che alla promozione di un incontro personale con Cristo. Pertanto è necessario che i catechisti vivano dell'amore di Cristo così da poter spronare i bambini e i giovani ad innamorarsi di Cristo e a non abbandonare la Chiesa, ma ad essere piuttosto testimoni di Cristo".

Infine l'Arcivescovo ha indicato la Vergine Maria quale prima discepola di Cristo e prima fra i Santi affinché il catechista tragga protezione e ispirazione nel corso del suo servizio alla Chiesa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 30/11/2011

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