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Sigilli agli impianti di diffusione sonora del Clandestino e del Bar Duomo

Al comitato cittadino anti rumore sarebbero da ricollegare infatti i due esposti che hanno innescato le altrettante indagini.  Un provvedimento drastico che non ha mancato di suscitare perplessità. Sul web è esplosa già la protesta e la gara di solidarietà nei confronti dei locali coinvolti

ORVIETO - Saranno state le parole premonitrici del consigliere Leoni (Pdl), sarà anche che la corda ormai è tesa, tesissima. Sta di fatto che lunedì pomeriggio, in esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Orvieto su richiesta della procura, la polizia è entrata al Bar Duomo e al Caffè Clandestino, mettendo i sigilli agli impianti di diffusione sonora di entrambi i locali, protagonisti indiscussi delle notti del week end sulla Rupe. E dunque protagonisti indiscussi anche delle polemiche e delle proteste a cui dà voce il comitato cittadino anti rumore. E proprio al comitato cittadino anti rumore sarebbero da ricollegare infatti i due esposti che hanno innescato le altrettante indagini, nell'ambito delle quali la procura ha ritenuto opportuno adottare il provvedimento del sequestro preventivo. Per non consentire ai locali di reiterare i comportamenti oggetto del reato che viene contestato. Quindi via tutto: stereo, radio, televisori e simili. Tutto smontato, tutto spento e "silenzioso". Così resteranno i due locali fino alla revoca del provvedimento giudiziario. Un provvedimento drastico che non ha mancato di suscitare perplessità nella migliore delle ipotesi, rabbia nella peggiore nei molti frequentatori abituali dei bar. Sul web è esplosa già la protesta e la gara di solidarietà nei confronti dei locali coinvolti. A volte anche con espressioni decisamente sopra le righe. Sconcertato il proprietario del Caffè Clandestino che non nasconde una grande amarezza e forse anche la volontà di lasciare il centro storico. "È colpa nostra che a volte abbiamo esagerato, è colpa del sindaco e del Comune, è colpa di tutti, di tutti quelli che hanno permesso che nascesse e prendesse piede un comitato anti rumore che è per definizione anticostituzionale - afferma Riccardo Baiocco - E' così che oggi mi ritrovo ad essere trattato come un delinquente. Il sequestro che abbiamo subìto, è la conseguenza più estrema di tutto questo - continua il proprietario del Clandestino - è un danno per me, per il mio locale ed è un danno per Orvieto che è sempre più silenziosa, vuota e deserta. Confesso che io stesso, alle soglie della paternità (Riccardo diventerà papà tra poche settimane) inizio a riflettere se non sia meglio andarsene". Intanto, sul fronte pro musica, il comitato "Il silenzio delle Muse" boccia l'idea del deejay Cerroni di un corteo silenzioso di protesta con festa finale sotto il Comune. Una iniziativa, dice Alessandro Marzi "troppo sovversiva". "Quello che è mancato dal 2009 fino ad oggi - afferma - è un dialogo costruttivo fra le due parti in questione".

Pubblicato il: 10/11/2011

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