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LETTERA APERTA CGIL TERNI

La Cgil di Terni si impegna, nel proseguire la discussione in atto e nel contrastare le scelte del Governo, a favorire la costruzione di un luogo di discussione in cui ognuno per la propria rappresentanza di interessi, possa sentirsi protagonista nell'indicare la selettività delle scelte

Riceviamo da CGIL Terni e pubblichiamo 

 I tagli previsti dalla manovra economica del Governo, oltre a riconfermare il profilo di un esecutivo incapace di affrontare in maniera adeguata una crisi  senza precedenti lasciando che a pagarne le conseguenze più pesanti siano i giovani, i lavoratori e i pensionati, mettono in luce  un idea di stato sociale residuale e compassionevole che è l'opposto di quanto il paese ha bisogno e di quanto si è costruito nel nostro paese e nella nostra Regione in decenni di lotte di cui siamo stati, insieme ad altri, protagonisti. La CGIL  respinge la scelta di usare la crisi per colpire la vocazione universalista del nostro sistema di welfare che ha certamente bisogno di cambiare ma per avanzare e rispondere meglio ai mutamenti sociali che caratterizzano la contemporaneità; per questo da tempo sosteniamo la necessità di mantenere un welfare universalista in quanto diritto di cittadinanza ma che sappia sostenere le persone nei bisogni fondamentali e nelle varie fasi della vita con strumenti "personalizzati". La "presa in carico" rappresenta uno strumento fondamentale per raggiungere questo obiettivo insieme alla costruzione di una rete di servizi, prestazioni e relazioni che solo una programmazione pubblica e concertata può garantire; per questo la contrattazione sociale territoriale è essenziale.Il Piano Sanitario e il Piano Sociale Regionali insieme alla Legge Regionale sulla non autosufficienza hanno dato un contributo importante in questa direzione ma il quadro delle risorse disponibili o meglio delle risorse non disponibili  rischia di vanificare il modello che l'Umbria si è data. L'impatto della manovra da qui al 2014 in Umbria produrrà un taglio di risorse rilevanti, nel corso degli anni  di cui molto sarà  a carico dei fondi per le politiche sociali, per la famiglia e per la non autosufficienza  a cui si aggiungono i tagli ai trasferimenti diretti ai comuni. Per questo è essenziale conoscere al più presto:

-l'entità della riduzione delle risorse suddivisa per ogni voce di bilancio,-quali sono i vincoli di spesa  -come la giunta Regionale  e i Comuni intendono impegnare le risorse disponibili.

A fronte di una situazione di tale gravità è necessaria, oltre la mobilitazione che la CGIL  ha prodotto in questi mesi, attivare una concertazione a livello territoriale per garantire il mantenimento del modello universalista di welfare che ci impone però, vista la riduzione delle risorse, di indicare priorità e nuovi modelli organizzativi. Tutti gli attori in campo, ognuno per il proprio ruolo, devono poter partecipare alla discussione  che sarà difficile, che imporrà una inevitabile assunzione di responsabilità ma che potrà avere esito positivo solo se si partirà da una conoscenza condivisa dei termini della discussione. Il sistema di welfare del nostro territorio e della nostra città, in particolare i servizi domiciliari e residenziali per disabili e non autosufficienti certamente  meritano un livello di partecipazione alta per definire il mantenimento della qualità e della quantità dei servizi stessi.  In merito a questo Cgil Cisl e Uil hanno chiesto ai Comuni un incontro per definire un percorso di confronto, sui bilanci più in generale e sul modello di welfare territoriale poiché i problemi di risorse impongono una riflessione attenta sugli interventi da promuovere. La compartecipazione alla spesa dei servizi sociali mai applicata nel territorio di Terni, a differenza di quanto avviene già da anni in altri territori dell'Umbria si renderà probabilmente necessaria per la forte riduzione delle risorse e per il mantenimento dei servizi stessi e della loro qualità e dev'essere applicata attraverso l'ISEE individuale con le agevolazioni previste per i disabili gravi. Lo strumento della compartecipazione non sarà però sufficiente a garantire lo stesso livello di servizi, forse sarà utile iniziare a ragionare sulla necessità di interventi aggiuntivi, la Cgil a livello nazionale ha chiesto una patrimoniale, a fronte di obiettivi certi e concordati.  Nel nostro territorio le persone assistite, pur essendo molte, sono ancora poche rispetto alla totalità dei non autosufficienti con un forte squilibrio tra chi riceve molto e chi non riceve nulla. Aiutare le famiglie a mantenere la persona non autosufficiente nel proprio domicilio è doveroso ed urgente. Ma per fare questo il controllo della spesa e la sostenibilità economica del sistema sono da considerare elementi strettamente collegati e imprescindibili. Prima di tutto serve il progetto individuale per ogni persona da assistere con precisi indicatori di gravità che producano una migliore lettura dei bisogni. Perché serve in primo luogo trasparenza dei criteri, anche nell'esclusione, per trattare con dignità e rispetto i bisogni di queste famiglie. E la definizione di un "pacchetto" congruo di servizi che possono essere destinati al maggior numero di persone possibili. Infine serve una rete di servizi "di sollievo" che integrino quello che fanno le famiglie. E in questo scenario il Governo che fa?  Taglia le risorse a Regioni ed Enti Locali ed azzera il finanziamento del Fondo per la non autosufficienza spostando le contraddizioni e il disagio della gente verso le istituzioni più vicine ai cittadini. Per queste ragioni la Cgil di Terni continuerà nell'azione di confronto e monitoraggio, di proposizione e di alleanze per consentire, in un percorso condiviso, la costruzione di politiche sociali volte a tutelare, attraverso interventi e servizi mirati, i bisogni di tante persone a cui servono risposte certe. Con la stessa determinazione si dovranno modulare interventi nella direzione di tutelare lavoratori e lavoratrici della cooperazione sociale in difficoltà. La Cgil di Terni si impegna, nel proseguire la discussione in atto e nel contrastare le scelte del Governo, a favorire la costruzione di un luogo di discussione in cui ognuno per la propria rappresentanza di interessi, possa sentirsi protagonista nell'indicare la selettività delle scelte.

 

 

Pubblicato il: 06/11/2011

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