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Brignano incanta il Mancinelli

Con "Non sia mai viene qualcusno" Brignano si conferma come un grande comico capace di catturare l'attenzione del pubblico per più di due ore e mezza

Cultura

di Valeria Cioccolo

Tutto esaurito al Mancinelli per il gradito ritorno di Brignano con "Non sia mai viene qualcuno". Il comico romano sostiene più di due ore e mezza di spettacolo riuscendo a coinvolgere, praticamente da solo se si escludono gli intermezzi dei balletti, a catturare letteralmente l'attenzione del pubblico, che lo ripaga con risate e applausi per tutta la durata dell'esibizione. E così, attraverso il filo conduttore dell'"inganno", la finzione a cui, senza accorgercene, tutti i giorni dobbiamo o vogliamo credere, ecco snodarsi personaggi e scenette, in cui si parla il linguaggio della vita quotidiana, in un gioco di lingue e dialetti, modi di dire, comportamenti che ci appartengono e che per questo ci fanno sorridere. Ecco perciò gli optional fissi o mobili per la ricerca della bellezza che garantiscono un passpartout per qualsiasi situazione (tacchi a spillo, calze a rete, push up per lei, panciere e toupet per lui), ecco gli "inganni", i travestimenti di un Brignano-alunno che andava a scuola prendendo voti come "va bene, ma potrebbe fare meglio" o "non è farina del suo sacco" (ma chi di noi non ha mai visto giudizi simili in pagella?); ed ecco gli "inganni" storici e mitici: pezzo esilarante quello di Ulisse impegnato nella costruzione del cavallo di Troia e nell'avventura dell'Odissea. Le scene, con giusti dosaggi di tempo, si incastrano perfettamente l'una nell'altra come scatole cinesi. Senza dare tregua allo spettatore, il comico, istrione, passa a episodi di vita quotidiana in cui tutti possiamo riconoscerci: dall'assistere ad un'opera lirica (senza addormentarci!), ai pettegolezzi del pubblico, alle "botte di sonno", fino alle scene di famiglia (che sono un classico del suo repertorio!) come quella del nonno abruzzese, per finire via via ai giochi con i soldatini con cui giocavamo da bambini o al cliente alle prese con direttori di banca che dovrebbero "farti sentire come a casa tua" (mentre solo entrarci in banca è oggi un problema!). Nonostante tutto, non si può descrivere lo spettacolo di Brignano, va visto, gustato, assaporato minuto per minuto. Non c'è tregua, non ci sono momenti in cui l'attenzione cala, e accanto alle risate, agli scherzi, ai giochi c'è sempre tempo per piccole pillole di riflessione: una poesia di Trilussa, Ninna nanna, recitata quasi sommessamente che è poi un modo per dire no alle guerre e ai soprusi

Pubblicato il: 11/01/2004

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